Prima Parte

(29 settembre 1900)

L'inaugurazione del tempio a Maria SS. delle Grazie

Il primitivo titolo della Chiesa.

          La Chiesa delle Grazie in Teramo è antichissima e, quando nel 1892 si pose inani alla sua ricostruzione, venne alla luce una preziosa lapida, allora pubblicata (1), la quale ne dimostra incominciata la fabbrica nei 1153 da un nobile Todino (dominus Theodinus).
           Il suo primitivo titolo fu S. Angelo delle donne (dominarum), ossieno benedettine; e tale esso restò fino al 1462 o 1465, allorché, come narrano il Muzii (2) e il Palma (3), passata la Chiesa col convento alle cure de1 francescani, assunse l'altro di S. Maria delle Grazie più rispondente alla devozione de1 teramani. Essa subì nel corso dei secoli parecchi notevoli rinnovamenti, e tali da mutarne la primiera forma; cosicché all'epoca nostra, ossia al momento della riedificazione, erano superstiti le sole massicce colonne e qualche impostatura di antiche volte. Tutti gli avanzi dell'antica Chiesa del secolo XII; capitelli, impostature ccc. affreschi del secolo XV della scuola dell'Alamanni, lapidi ecc. furono messi da parte ed ora sono gelosamente custoditi in apposito luogo a sinistra dell'altare maggiore e che perciò s'ebbe il titolo di Veteris Templi Musaeum.
           Il più importante di detti rinnovamonti fu quello compiuto, giusta il Muzii (4), dal 1465 al 1470, quando appunto, per l'eloquenza e la santità di S. Giacomo della Marca, invogliatisi i teramani di aver fra loro i frati del costui ordine, ne vollero trasferire, col consenso di papa Nicolò V, sin dal 1448, le monache di S. Benedetto dall'esterna Chiesa di S. Angelo nel monastero di S. Anna in città.
           L'ultimo restauro seguì nel secolo XVII, leggendosi (5) già nell'or demolita facciata a grandi numeri romani l'anno 1687. Eppure i francescani al principio di questo secolo XIX , intendevano operarvi altri miglioramenti ed è fama anzi avessero all'uopo raccolte notabili somme di danaro, che non poterono poi esservi adoperate per le vicende politiche e militari di quel tempo.

           (1) Francesco Savini: Una preziosa lapide e l'anno della prima fondazione della chiesa ora detta delle Grazie in Teramo - Teramo 1892.
           (2) Muzi, Storia di Teramo, dial. III -Teramo 1893.
           (3) Palma, Storia di Teramo - vol. IV - Conventi di Osservanti.
           (4) Muzi, Op. Cit.: dial. V.
           (5) Francesco Savini: Sulla ricostruzione della chiesa delle Grazie in Teramo - Memoria letta al Consiglio comunale - Teramo 1892.


Il testamento di Berardo Santori.

           Ma il desiderio di quel rinnovamento, che pur da molti sentivasi, era appagato almeno in parte, mercé il testamento del medico Berardo Santori nativo di Canzano ma dimorante da lungo tempo in Teramo, ove estinguevasi nel 5 agosto 1859. Costui dunque donava col suo testamento dei 9 luglio 1857 tutto il suo al sig. Domenico Savini, di Teramo, coi due seguenti pesi: 1. di acquistare ducati 232 di rendita pubblica, onde con questa celebrare una messa letta colla elemosina di grani venti in ciascuna settimana, a perpetuità senza indicarne il pio fine — 2. d'impiegare tutta quella somma che vorrà per lo immegliamento della Chiesa sotto il titolo di Maria Santissima delle Grazie esistente nel convento dei Minori osservanti di S. Francesco fuori l'abitato di questa città».
           Tutto il patrimonio, all'epoca della morte del Santori, come risulta dai registri di amministrazione, serbati ora presso il sig. Francesco Savini, componevasi nel modo seguente :
           ATTIVO
           Crediti L. 44,844,95
           Mobili L. 1,936,05
           Totale L. 46,781,00
          
           PASSIVO
           Crediti inesigibili L. 4,296,90
           Debiti e spese dell'eredità L. 6,320,80
           Totale L. 10,617,75

           Rimanenza attiva L. 36,163,25
          
           A questa somma bisogna togliere per l'acquisto di rendite pel lascito della messa, come appresso L. 1,028,50
           E più la parte rilasciata agli eredi in L. 14,025,00
           Totale L. 15,053,50
          
           Rimanenza effettiva L. 21,109,75
          
la quale pero, nel momento della liquidazione, poteva aumentare con gli interessi arretrati e in corso, che si sarebbero potuti esigere.
           Tale era il valore degli averi lasciati dal Santori.
           Il sig. Domenico Savini accettò questa eredità col beneficio dell'inventario ai 7 sett. 1859. Se non che il Santori lasciava sorelle e nipoti in non agiata condizione; e questi si fecero tosto a protendere l'eredità. Il Savini, che non credea fosse in sua facoltà il cedere a siffatte pretese, dopo aver rilasciato loro alcuni mobili, preziosi o no, del valore riconosciuto di lire 1062,50, si rivolse al supremo potere ecclesiastico e, ottenutane licenza con rescritto pontificio del 18 dic. 1864, dette loro la somma di lire 14,025,00, sia in denaro e sia in crediti.
           Egli eseguì tosto ai 23 febb. 1860 l'erogazione della somma di ducati 242 acquistandovi una cartella intestata alla Chiesa delle Grazie della rendita di ducati 11 pari a lire 46,75 e consegnandola al Padre Guardiano dei Minori Osservanti di quella Chiesa allo scopo di far celebrare num. 55 messe all'anno.

Domenico Savini vuol cedere l'eredità Santori al Vescovo Aprutino

           Il Savini però non avendo l'agio necessario per attender alla gravosa esecuzione del legato riguardo alla Chiesa delle Grazie, determinossi a cedere tutta la sostanza ereditaria del Santori al vescovo aprutino di allora, Mons. Michele Milella. Esiste ancora la minuta incompiuta dell'analogo istrumento (che però non fu mai sottoscritto) e che non porta la data, ma che si riferisce al tempo, in cui (1868-1875) era sindaco di Teramo Settimio Costantini, che il Savini volle v'intervenisse, considerando che la Chiesa era di patronato comunale e la Vergine delle Grazie protettrice del Comune. Egli pregava dunque il vescovo, secondo le precise parole di quella minuta, « poiché la moltiplicità degli affari di sua famiglia, ed altre cause lo tengono in continuata occupazione, ed assolutamente inabilitato di far eseguire tal miglioramento... di mettere in atto il desiderio esternato dal testatore, di far ridurre in meglio la indicata Chiesa; stantechè esso dichiarante assolutamente intende di scaricarsi da un tale incarico, senza trarre profitto di un centesimo dall'eredità, suddetta».

Assume l'amministrazione della eredità Santori Francesco Savini.

           Ma la consegna restò, come dicemmo, così sospesa ed altre molestie seguirono, che nel l'estremo di sua vita, indussero il Savini da una parte ad incaricare suo figlio Francesco di porre fine a questa lunga e tormentosa bisogna e dall'altra ad assegnare, pel consiglio del vescovo Milella, altre lire diecimila agli eredi Santori, le quali furono poi a questi rimesse, previa licenza della S. Sede, dal detto Francesco con istrumento Notar Achille Zacchei dei 10 maggio 1892.
           Allora il sig. Francesco Savini ebbe l'idea di affidare l'esecuzione del legato al sig. Berardo Costantini, in quel tempo operoso Presidente della Congregazione di Carità. Se non che, seguita subito dopo la morte del compianto suo padre (8 dic. 1889), assunse su di sé tutta l'impresa affidandone nel principio del 1891 la direzione artistica al Prof. Comm. Cesare Mariani di Roma, che nella vicina Ascoli lavorava ancora alla decorazione di quella Cattedrale. Ottenuti gli opportuni permessi dai poteri ecclesiastici, civili e militari (essendo contigui alla Chiesa edifizii addetti a caserme), si pose subito mano al lavoro di fabbrica e durante i primi sei anni furono esauriti i fondi dell'eredità Santori.

La somma netta dell'eredità Santori.

           Questa, malgrado l'esiguità a cui erasi ridotta per le prelevazioni a vantaggio degli eredi naturali del Santori, mercé l'accurata amministrazione di Domenico e di Francesco Savini, poté fornire, all'epoca della liquidazione finale della medesima (16 aprile 1897), l'egregia somma di L. 86,728,65. In questa, si aggiunga qui per esattezza della narrazione, vanno comprese L. 4035 rappresentanti alcuni crediti decotti, che per scrupolo di coscienza i fratelli F. e G. Savini, quali eredi del loro padre, vollero pagare de proprio. Ma quella somma era lungi dal bastare alle grandi esigenze della fabbrica e della decorazione, specialmente pittorica. Si ricorse quindi ai sussidii dei privati e ai fondi dell'amministrazione della Chiesa. Se non che quelli dettero assai poco, come vedremo, e questi fornirono una somma, per quanto notevole, altrettanto insufficiente all'uopo. E qui ad onor del vero, è uopo notare che una buona parte dei sussidii si deve allo zelo e all'attività del Can. Prof. D. Berardo Urbani, membro operoso della medesima amministrazione. Si vendettero pure le cappelle; ma ciò neppure bastò a compir l'opera ed il Savini, non volendo in niun modo lasciare sì bell'opera sospesa o incompiuta, dové quindi a tale uopo porvi del suo (senza contarvi le lire 2015 quale metà de' crediti decotti summentovati) circa 21,000 lire, come pur si vedrà qui innanzi.
           Il costo totale dell'edificio, come oggi si vede (e pur mancano ancora parte della facciata, del campanile e qualche altra minore decorazione) supera le 140,000 lire, come si scorge dal quadro, che qui diamo di tutte le entrate e di tutte le spese, che si possono agevolmente confrontare e verificare nei minuti registri dell'amministrazione dell'eredità Santori e in quelli della fabbrica della Chiesa, i quali, come abbiamo detto, trovansi presso il sig Francesco Savini.
           Ecco il quadro:
          
           ENTRATA
           Fondo totale dell'eredità Santori all'epoca della sua liquidazione 16 aprile 1897 L. 86,728.65
           Offerte volontarie in denaro L. 882.50
           Offerte volontarie in grano L. 1,689.30
           Da un devoto per la sagrestia L. 2,000.00
           Sussidio del pavimento di marmo dell'Amministr. della Chiesa L. 8,000.00
           Altri sussidii dalla medesima in varii tempi L. 8,085.25
           Vendita di 4 cappelle L. 8,000.00
           Totale L. 115,385,70
          
           USCITA
           Spesa totale di muratura ferrai, falegnami etc L. 54,574.10
           Scalpellini L. 2,815,05
           Stuccatori L. 4,137.70
           Pitture e decorazioni L. 55,000.00
           Doratura L. 2,250.00
           Pavimento di marmo L. 8.146.75
           Altari minori L. 3,900.00
           Altare Maggiore - parte in marmo (1) L. 9,250.00
           Altare Maggiore - parte in legno L. 1,500.00
           Altare Maggiore - parte in vernice L. 500.00
           Frontone della porta maggiore L. 85.00
           Totale L. 142,154.60
          
           Supplito gratuito da Francesco Savini Lire 21,093.90.
           (1) da pagarsi a Pollino L. 5,675.

(Continua: La Ricostruzione della Chiesa )



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