Viva l'Italia (23-5-1915)
Non vi sono più, non possono esistere più a lungo dissensi, disformità di vedute, dubbiezze, esitanze! Un unico amore, una sola aspirazione gonfi i cuori, dissipi le discordie, fughi le incertezze, livelli gli spiriti: li livelli e li elevi nell'amore all'Italia, nell'aspirazione ai migliori destini della Patria!..
Sino a poco fa era lecito trarre dalla propria coscienza la norma a giudicare se in un modo piuttosto che in un altro era più conveniente servire agli interessi della Patria. Ora questo non è più possibile: la via maestra è segnata, ed ecco che l'Italia muove i suoi primi passi. Su questa via il braccio e l'anima, la fede e la volontà di quanti sono italiani non indegni di questo nome hanno il dovere di sorreggere e di accompagnare la Patria fino al limite estremo: la vittoria!
E ci sia lecito ripetere qui quanto La Stampa, il vecchio ed autorevole giornale torinese, ha scritto oggi nell'articolo di fondo:
Possano gli avvenimenti che si maturano distruggere uno per uno i nostri ragionamenti; dimostrino essi che tutte le nostre previsioni furono fallaci, che la nostra visione era errata, che i nostri timori erano assolutamente infondati, e che tutta la opera nostra non fu che un solo errore di una mente stanca e di un cuore pavido. E l'albero meraviglioso della nostra unità, che qui abbiamo coltivato per secoli con tanta tenacia e con così fermo amore, possa dare altre frondi, altri fieri, sicché l'opera immortale di Camillo Cavour ne esca integrata.
Auguriamo fervidamente di potere tra qualche mese andare in glorioso pellegrinaggio a Santena e inchinandoci al Grande potergli dire: I tuoi eredi non hanno toccato l'opera tua, l'ànno resa più bella, più grande, dando a Te il solo omaggio che il tuo spirito grande, il tuo cuore immenso gradisce, l'omaggio dell'opera felicemente compiuta!...
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