La Rosa di Bezzecca
Là nel verde di Bezzecca,
Lungo i margini d'un vallo,
Rossa al pari del corallo
Una rosa «oggi» spuntò.
E cresciuta su dal cuore
D'un eroe garibaldino,
Che fra i balzi del Trentino
Fu sepolto ove pugnò.
Or che al fin la primavera
Tra quei balzi è ritornata.
Quella rosa ecco è sbocciata.
Ridolente al nuovo sol
La raccolga un nostro Alpino,
La riponga sul cappello;
É l'invito del fratello:
«Pugna e vinci, Dio lo vuol!»
Cinquant'anni sottoterra
A fiorire ha ritardato,
Ma non mai ha disperato
Che sorgesse questo dì.
La raccogli, o baldo Alpino;
Se imperlata è d'una stilla,
É la lagrima che brilla
Dell'eroe ch'ivi morì!
Cominciano a fiorire i canti del popolo e rivolti all'anima popolare. Non immagini rare, nè sottili artifici stilistici, ma spontaneità di sentimento nella più schietta spontaneità di forma. È la Patria che combatte e canta. Togliamo dall'Ora di Palermo le sei calde e vibranti strofette.
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