I teramani nella Grande Guerra.
Il conflitto raccontato nelle pagine del Corriere Abruzzese
Anno 1915


Verbo a suor di nerbo...

           Tutte le volte che l'uomo si è detto come le epoche della barbarie sieno state superate, egli si è completamente sbagliato. E non diciamo così perché ci troviamo di fronte alla spaventosa guerra europea. Prima della guerra, tanti e tanti fatti stavano già a dimostrare che una certa civiltà non era che barbarie raffinata, mero artificio o tecnica perfetta, val quanto dire sfarzosa etichetta su bottiglia vuota.
           Fermatevi un po' sul seguente fatto raccontato dalla «Corrispondenza latina» e dalla «Petite Gironde» e citato anche dalle riviste scolastiche italiane.
           Un ufficiale russo ha ritrovato, in un villaggio occupato, un vecchio taccuino nel quale un maestro tedesco ha tenuto nota del numero e della qualità delle punizioni che ha inflitto ai suoi alunni durante il suo magistero educativo. Da queste note risulta che il sì poco degno maestro ha dato 124.000 vergate; 20.989 colpi di bacchetta; 17.000 schiaffi sul volto e 115.800 pugni sulla nuca. Inoltre ha colpito i suoi alunni 22.000 volte coi libri e coi quaderni, li ha fatti inginocchiare 777 volte e 6702 altre volte li ha costretti a rimanere un'ora con le braccia in aria...
           Senza dubbio, anche questi sistemi sommarii di educazione hanno un valore, e in Germania un valore altamente positivo e un'efficacia sorprendente.
           E sono intere generazioni che ne hanno profittato e ne profittano. Perché non bisogna credere che il caso di quel maestro sia isolato; tutt'altro. Guardate più a dentro il problema e il fatto educativo tedesco, e voi vedrete che vi è tutta una scuola, tutta una teoria che da tempo educa un intero popolo secondo norme che si credevano sorpassate per sempre; e per questa constatazione di fatto voi non potrete non sentire una tal quale riconoscenza per quella scuola e per i suoi canoni fondamentali, voi, parte dell'umanità, e con voi, l'umanità tutt'intera.
           Bisogna però riconoscere che anche questo del maestro tedesco è un rispettabile e splendido metodo i cui effetti li avete già constatati nel Belgio e sui mari, e di cui non potete essere che soddisfattissimi.
           Non si deve infatti dimenticare lo scopo che si desidera raggiungere con l'educazione.
           Quel sentimentalismo che vuole la scuola propagatrice di amore, di pace e di rispetto reciproco, è ormai sorpassato.
           Diamine: nei tempi del 420 tutto deve essere espressione di potenza e di forza.
           Oggi come ieri, del resto.... Cambiate ad un popolo l'educazione e voi gli rinnegherete le tradizioni più fulgide della sua storia, mentre sapete che in fatto di tradizioni ogni popolo ha una speciale tendenza perché esse si conservino e si rispettino gelosamente.
           Sissignori: i teutoni, i longobardi, i goti, i visigoti, gli unni e simile genìa, erano violenti, aspri, barbari, cioè civili, secondo il vocabolario dei varii Stefan e Waltmann. Ma vorreste che i loro nepoti non si educassero alla loro scuola? Non è con orgoglio che noi ci vantiamo discendenti dei romani e cugini carnali di Dante, di Macchiavelli, di Bruno, di Garibaldi? Quello stesso orgoglio che sentiamo noi per i nostri progenitori è giusto lo provino i tedeschi per i loro. Il sangue non si rinnega, e i tedeschi in tanto sono oggi in quanto gli unni, i goti, i longobardi furono ieri....
           Che vale il dire che il nerbo è stato abolito nelle scuole italiane? In Italia — lo sanno bene i tedeschi — si è troppo sognatori e oggi giorno bisogna non sognare, bensì guardare alla nuda e cruda realtà. Ora la realtà insegna che col nerbo si va avanti, dunque....
           E poi, pedagogia — ci si passi il paragone — ha del piede; didattica ha delle dita, è quindi logico che l'umanità vada verso il progresso a via di calci e di schiaffi....
           Né dimentichiamo che la storia, la quale è la maestra della vita, ci dice come il sistema di infliggere pene corporali ai fanciulli fosse tenuto in grande onore nella civilissima Grecia e nella civilissima Roma.
           È vero che i più grandi filosofi si scagliarono contro questo sistema; ma se voleste dare ascolto ai filosofi, perdereste la testa. Federico Nietzsche non morì forse al manicomio?
           Sicché, fanno bene gli spacciatori della kultur quando, pur portando Goethe nello zaino, dimenticano Platone e Plutarco, Quintiliano e Seneca, Erasmo e Rousseau, Kant e Pestalozzi....
           Pugni e vergate ci vogliono. Così si induriscono i nepoti di Attila.
           È vero che la morale basata sulla paura dei castighi è morale da schiavi o da mercanti. Ma degli schiavi e dei mercanti ha bisogno la Germania per la sua grandezza e per il bene dell'umanità....
           Pasquale Ritucci