I teramani nella Grande Guerra.
Il conflitto raccontato nelle pagine del Corriere Abruzzese
Anno 1915


I Soldati d'Abruzzo al fronte

           Notiamo con piacere che moltissimi, tra i teramani che sono al fronte, scrivono affettuose lettere al sindaco della città cav. uff. Luigi Paris, per dare notizie e per assicurare che ciascun teramano tiene alto il nome della terra che li vide nascere, e che ad essa dà pensiero, azione, vita!
           Abbiamo pubblicato di già qualche lettera. Ne pubblichiamo oggi qualche altra.
           

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           Il tenente GUIDO TARASCHI
           Il tenente Guido Taraschi, l'egregio ufficiale che fece prodigi di valore in Libia prima e nelle Argonne poi e di cui nel passato numero pubblicammo una lettera a noi diretta ove prometteva un ricordo delle campagne, per gli ufficii redazionali del “Corriere” così scrive:
           
           Gentilissimo Cavaliere,
           Le dò buone notizie di me. Come vede, anche qui con piacere grande io la penso e la ricordo con affetto. Vorrò spesso darle mie notizie, poiché son sicuro che a lei giungeranno sempre gradite.
           Mi auguro di poter fare qualche cosa di buono per non mai smentire le nostre tradizioni di forti. Già la mischia mi ha avuto attore parecchie volte, ed ho potuto riscontrare in queste occasioni che il nemico ha buone gambe. Mi scriva, che mi sarà consolazione.
           La prego di gradire i saluti miei più affettuosi e rispettosi. Devoti ossequi alle sua famiglia.
           Devotissimo
           GUIDO TARASCHI
           
           Siamo informati da un amico che il simpatico Taraschi è rimasto ferito alle gambe in uno dei passati combattimenti.
           Gli auguriamo che la ferita sia leggiera e che egli possa guarire sollecitamente.
           Ricordiamo che il Taraschi fu ferito alla mano sinistra nelle Argonne.
           

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           Il Caporale GIOVANNI D'ALESSANDRO
           Il Caporale Maggiore Giovanni d'Alessandro così, a sua volta, scrive al sindaco cav. uff. Paris:
           
           Ill.mo Signor Sindaco,
           Dal territorio austriaco, ora italiano, memore della cara Teramo e compreso da questo pensiero che non diminuisce il nostro coraggio, ma aumenta il desiderio di farci onore e di essere degni della Patria nostra, perchè essa possa essere orgogliosa di noi, invio un saluto affettuoso a quanti può giungere gradito e alla mia famiglia. E saluti a Lei da tutti i teramani!
           Viva l'Italia! Sull'Isonzo si combatte con grande vittoria!
           Il Caporale Maggiore D'ALESSANDRO GIOVANNI
           
           I nostri lettori ricorderanno che il giorno cinque agosto noi abbiamo pubblicato una informazione mandataci dal fronte dal nostro tipografo Vincenzo Squarcetta e riguardante il Caporale D'Alessandro. In essa si diceva che questi in una delle azioni della fine di luglio, rimasto solo a lottare contro cinque austriaci, tre fortunatamente ne aveva freddati e due ne aveva messi in fuga.
           Augurii al valoroso giovane!
           

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           Il soldato SPECA VITTORINO
           Molti sono i soldati che, feriti e ricoverati in ospedale si augurano di poter guarire per tornare non a casa, ove la vecchia madre e spesse volte la sposa e spesse volte anche i figlioli, attendono, ma tornare al fronte, ove si lotta incessantemente e con rischio della propria vita!
           L'egregio Ferdinando Tonelli ci manda da Corropoli una cartolina del soldato Speca Vittorino che, ferito, è stato ricoverato nell'Ospedale di Riserva, corso Cavour, di Vercelli.
           Lo Speca cosi scrive:
           
           Egregio Sig. Ferdinando,
           Per altri pochi giorni sono costretto a rimanere tappato in questo ospedale, a causa di non essere ancora in una perfetta e completa sanità. Voglia Iddio col presto farmi essere guarito, per poter raggiungere i miei compagni, là dove il cannone tuona e la Patria chiama. Sono orgoglioso di poter dare di nuovo il mio sangue in una santa guerra, guerra di diritti e di rivendicazioni! Colla speranza di rivederci e poterci abbracciare a Trieste,
           Vi saluto affettuosamente.
           Vostro concittadino
           SPECA VITTORINO
           

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           Tre amici carissimi
           Mentre per Teramo correvano le voci più disparate circa la salute di cittadini nostri, ufficiali al fronte, e si parlava tra questi del tenente Lucidi Noè, figliolo del caro Don Vincenzo proprietario dell'Hotel Giardino, al nostro Direttore perveniva la seguente cartolina che dà notizia di tre amici:
           
           Carissimo Stoppa,
           Per puro caso ci siamo trovati in un paese della Zona di Guerra, ove il tuono del cannone, auspicante alla maggiore grandezza della Patria, fa palpitare di gioia patriottica tutti i nostri petti.
           Nell'augurio di vedere al più presto raggiunti gli ideali della nostra Italia, inviamo fervidi saluti ai parenti ed agli amici tutti! Evviva l'Italia!
           Tenente LUCIDI NOÈ
           Sergente M. ROSA GAETANO
           Sergente GIUSEPPE POMPEI
           

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           Il soldato BERNARDINO TESTA
           Il soldato Bernardino Testa, un bravo giovane di Montorio al Vomano, che ha fatto la campagna di Libia e che ora è al fronte, scrive al nostro direttore la seguente cartolina:
           
           Caro sig. Direttore
           La vita nella trincea mi permette di dedicarmi a scrivere qualche cosa ò scritto un piccolo capitolo, al quale ò dato il nome «Ricordando».
           In esso parlo del 38* Regg. artiglieria e della sua partenza da Teramo; l'arrivo ai confini e l'entrata in azione. Avrei piacere di pubblicarlo nel suo rispettato giornale. Esso capitolo occuperebbe non meno di 2 colonne. Non ha carattere militare, da obbligare la censura a non farlo proseguire.
           La prego di rispondermi, se posso inviarglielo, promettendole che, dopo tal pubblicazione di questo, non mancherò di darle altri capitoli, più interessanti, dalla trincea stessa. Saluti cordiali suo
           TESTA BERNARDINO
           
           Mandi pure il soldato Testa, al quale contracambiamo i saluti, lo scritto ch'egli ha compilato nelle trincee e ci mandi liberamente ciò che si promette di scrivere in appresso. Non potrà che essere letto con piacere quanto, tra una schioppettata e l'altra, viene scritto in trincea da un soldato d'Italia
           

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           Il capitano PASSAMONTI GAETANO
           L'illustre nostro amico cav. Gaetano Passamonti, capitano medico, è direttore del 93° ospedaletto da campo, del VII corpo d'armata. Egli manda al nostro Direttore, suo antico condiscepolo e caldo amico, i saluti dalla zona di guerra, e gli dà sue ottime notizie, e gli chiede che il Corriere gli venga spedito al fronte.
           Mentre noi tutti ci rallegriamo dell'ottimo stato di salute dell'intelligentissimo, colto e valoroso capitano Passamonti, gli mandiamo con questo nostro foglio la più sentita attestazione d'amicizia e l'augurio più fervido di salute e di bene.
           I numerosissimi amici ed estimatori del Cav. Passamonti avranno piacere di leggere le buone nuove di lui.
           

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           Saluti dal Fronte
           Quattro allievi ufficiali così scrivono dal fronte:
           
           Ill. sig. Direttore,
           La preghiamo vivamente di pubblicare queste due parole a mezzo del suo giornale diffuso anche in questa zona. La ringraziamo anticipatamente e la salutiamo.
           
           «Lontani da molto tempo dalle dolci famiglie, dai cari amici e dall'amato Abruzzo, l'affetto diventa sempre più saldo e forte nei nostri cuori!
           Dal fronte inviamo i saluti più fervidi alle care famiglie ed agli amici indimenticabili.
           Allievi Ufficiali:
           Serg. magg. DE IULIIS ALBOINO (Collecorvino).
           Sold. RICCI GIUSEPPE (Casoli).
           Capor. PARDI CESARE (Castelli).
           Sold. DE IOVITA ENEA (Città S. Angelo.)»
           
           Ai quattro valorosi giovani, speranze vivide della Patria, il nostro affettuoso saluto, il nostro augurio.
           

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           Due che andranno al fronte
           Da Pavia ci perviene la seguente cartolina:
           
           Ill.mo sig. Direttore,
           Siamo lieti di rivestire la divisa del ... Reggimento Genio noi due compagni che viviamo per la grandezza della nostra cara e bella Italia, patria nostra adorata.
           Noi vogliamo distinguerci in mezzo ai prodi d'Italia.
           Date pure un saluto al nostro caro Abruzzo.
           Andate pure via, vigliacchi di imperi centrali. Vogliamo tutta la nostra bella Italia e vogliamo fuori lo straniero! Siamo i due compagni
           DE SANTIS FERDINANDO di Valle S. Giovanni.
           MELOZZI SABATINO, di Teramo, reduce da Trieste.