I teramani nella Grande Guerra.
Il conflitto raccontato nelle pagine del Corriere Abruzzese
Anno 1915


Ciò che scrivono i nostri soldati

           Il sottotenente Raffaele Preziuso
           
           Promettemmo di pubblicare, due settimane or sono, alcune lettere del sottotenente Raffaele Preziuso, e manteniamo la parola:
           

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           Ieri ho ricevuto la vostra, ma non vi ho potuto rispondere subito, perché ero stanco. Con una mia squadra ero stato per una ricognizione ed avevo sorpreso il nemico infliggendogli qualche perdita, mettendolo in fuga.
           Avevo un gran desiderio di fargli sentire l'acciaio arruotato delle mie baionette, ma fatto segno a scariche ai fianchi e data la piccola mia forza, non essendo nemmeno mio compito attaccare, ma molestare solamente i lavori, mi son dovuto ritirare.
           Com'è bello vedere le suole delle scarpe di quei signori!
           Io sto benissimo e vi penso sempre. Il morale è elevatissimo, ci dispiace solamente quando dobbiamo stare in riposo colle armi a fianco.
           

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           Ho ricevuto la vostra del 24 scritta di vostro pugno e vi ringrazio moltissimo.
           Io, come al solito, sto benissimo, data la temperatura ed il tempaccio cattivo. Dacché son venuto non è trascorso un giorno senza piovere. Ogni tanto vado a fare una visita ai miei vis a vis per vedere quello che fanno e li avviso sempre con una buona scarica del mio arrivo.
           L'unica gioia che ho in questi luoghi è il bene che mi vogliono i miei soldatini che mi hanno già conosciuto nelle gite fatte. I primi giorni erano un pò diffidenti, ma ora mi seguono ovunque e più d'uno mi si è veramente affezionato. Loro vogliono vedere l'Ufficiale sicuro di sè e coraggioso.
           Anch'io soffro per la lontananza, ma il pensiero della Patria mi fa stare allegro e non penso che alla vittoria.
           

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           Non posso scrivervi a lungo perché non ho tempo e nemmeno l'occorrente.
           Siamo lontani da tutto il genere umano, ma però vi è aria buona e paesaggi splendidi. La notte si combatte ed il giorno si riposa. Il caldo non lo conosco, anzi conosco molto bene l'inverno, tanto che dalla mantellina non me ne discosto mai. Potete cominciare a farmi fare due maglioni grigio-verde.
           Credevo di aver finito di studiare, ma debbo continuare anche sul campo di battaglia. Dal Comandante di battaglione sono stato destinato a frequentare, nella linea degli avamposti, un corso accelerato sull'istruzione e maneggio di una sezione mitragliatrici, in modo che appena l'Ufficiale comandante venisse a mancare per una ragione qualsiasi posso prenderne il posto.
           Io sto bene e come me tutta la truppa. Il morale è elevatissimo.
           

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           Mi è giunta la vostra del 1. luglio e 3 raccomandate contenente due i cartoncini ed uno i francobolli. Ringraziovene. Ora potrò scrivervi spesso anche ogni giorno, mandandovi semplici notizie della mia salute per non farvi stare in pensiero.
           Certamente col poco tempo disponibile che si ha si scrive alle persone più care, ma qualche volta si scrive anche a degli amici, ciò non toglie ch'io difenda ugualmente la patria col medesimo slancio e col medesimo amore.
           Non dubitate che non verrò mai meno a me stesso, piuttosto morire, ma mai cedere.
           Stiamo bene ed il morale è altissimo. I cannoneggiamenti di questi giorni sono infernali; ed ho fatto tale un orecchio ai cannoni che sembro un capo stazione.
           Quando mi passano sopra tanto le amiche che le nemiche subito distinguo dove andranno a cadere; quelle che arrivano a me non si fanno sentire, partono e scoppiano.
           Mi passano sopra proiettili da 2 a 3 quintali come se niente fosse, ed io col binoccolo vedo quello che pressapoco fanno quando arrivano a destinazione.
           Voi avevate ragione di dire che mi servirebbe un altro paio di scarpe per potermi cambiare quando sono bagnato, ma l'affare è che qui si sta sempre bagnati e sempre vestiti, quindi è impossibile fare quello che dite voi.
           Io mi spoglio ogni Domenica per cambiarmi.
           M'ero portato le lenzuola, ma siccome non servivano ne abbiamo fatto una tovaglia e sei tovaglioli per la mensa Ufficiali e la trasformazione l'ha fatta il mio attendente che è sarto.
           
           Il soldato Berardo Tribuiani
           
           Il soldato di artiglieria a cavallo Berardo Tribuiani scrive dal fronte una lettera alla zia. Egli dice che coraggio non manca, no, e che è sempre pieno di spirito. Descrive il sibilo dei proiettili austriaci passanti sopra la batteria, chè quei tiri non erano mai aggiustati bene. Dice che anche la guerra è un divertimento, chè pare di andare a caccia, per prendere i passeretti di Francesco Beppe e metterli in gabbia.
           
           Sei tu, sei tu, latin sangue gentile
           che nei pugnati campi e su la doma
           Austria risorgi in tua ragion civile.