I teramani nella Grande Guerra.
Il conflitto raccontato nelle pagine del Corriere Abruzzese
Anno 1915


Le lettere dei soldati

           da .....14 giugno 1915.
           Mamma Carissima,
           dopo la presa di.... siam scesi nella vallata dell'Isonzo che è magnifica, ha dell'eccezionale e noi l'abbiamo occupata, continuando quindi ad avanzare trovammo resistenza su una montagna; e il mio reggimento s'è distinto brillantemente sebbene vi siano state delle vittime, fra le quali anche il mio maggiore, e il colonnello fu ferito, mostrandosi intrepido: e S.M. il Re in persona gli consegnò la medaglia d'argento al valor militare.
           Mi han fatto impressione i convogli di feriti e specialmente quando vidi i miei compagni. Abbiamo fatto dei prigionieri austriaci i quali si mostrano molto disciplinati e resistenti a tutto: ho trovato un ferito austriaco disperso il quale camminava senza dar segno di dolore ed erano quattro giorni che non mangiava, pure non si lamentava e continuava a far fuoco sugli italiani solo perché glie lo avevano imposto i superiori.
           Col mio pacchetto di medicazione lo medicai (era ferito nel petto e nella schiena), gli diedi da bere, lo feci trasportare con mille cure e fu contento, ma non si reputava in dovere di riconoscenza perché ero italiano!
           La vita di guerra è di dolore e di fatiche eccezionali, pure il morale è altissimo e tutto si compie con piacere: io non dormo da tre notti e continuo a correre innanzi e indietro coi muli per il trasporto di munizioni da bocche, da fuoco ed al mio battaglione non manca mai nulla ed è sempre in orario. Ora ho un po' di requie perché il battaglione è in riposo ed invece sono in giuoco le artiglierie.
           Io, grazie a Dio, sto benissimo e non sento la stanchezza e lavoro continuamente.
           ...
           Mi baci tutti e mi voglia sempre bene anche se non tornassi più.
           Suo aff.mo
           SERAFINO