I teramani nella Grande Guerra.
Il conflitto raccontato nelle pagine del Corriere Abruzzese
Anno 1915


Il “Corriere” al fronte. Ciò che scrivono i nostri baldi soldati

           Il loro vivo compiacimento nel leggere notizie della terra natia
           
           Innumerevoli, intanto, sono le copie del “Corriere”, che giungono nella zona di guerra, perchè le famiglie desiderano che i loro cari abbiano dal vecchio giornale le notizie della regione, della propria città e, specie, di tante persone amate!
           Abbiamo già pubblicato qualche lettera che attesta il compiacimento dei nostri soldati per la lettura del “Corriere” al fronte. Ne pubblichiamo qualche altra.
           

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           Con vero godimento trascriviamo da una cartolina ciò che ci viene scritto da un simpatico amico, il dott. Carlo De Plato, che, facente parte della Sezione della Sanità del IX Corpo d'armata, è nella zona avanzata di guerra:
           
           Egregio Direttore,
           Ho il “Corriere” e mi compiaccio con lei. Prego però di modificare l'indirizzo, non essendo del tutto esatto. Scriva: ...
           Ciò per evitare il facile disguido o il ritardo, dolendomi il non avere il simpatico giornale, che mi ricorda, fra queste nevi alpine, la cara e sempre amata terra d'Abruzzo.
           Saluti agli amici, ed a lei i ringraziamenti miei e, tengo a darglieli, quelli di questi superbi alpini abruzzesi che mi sbafano il giornale.
           Suo amico.
           CARLO DE PLATO
           
           Al dottore valoroso, ai nostri magnifici alpini augurii, augurii, augurii.
           

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           L'avv. Giacomo Savoldelli, in due cartoline scritte alla madre, donna Emilia Savoldelli Pedrocchi, la ringrazia con entusiasmo, perchè la buona mamma ha pensato a inviargli il Corriere in abbonamento.
           L'egregio e caro giovine, a cui mandiamo il nostro saluto e il nostro fervido augurio, dice: «E, così, vivo un po' anche della vita di Teramo!...»
           

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           Al proto del Corriere sig. Berardo Cialoni così ha scritto questa mattina il caporale Vincenzo Squarcetta:
           
           .... 24-8-1915
           Carissimo Berardo,

           Da quando ti scrissi non ho mai ricevuto risposta. Credo bene che non hai mancato mai di rispondere; ma le tue lettere si saranno certo disperse.
           Io godo ottima salute, benché oggi stesso compiscano tre mesi da che ho varcato i confini. Mi trovo sempre in prima linea e sempre a poca distanza dal nemico, che spesso e volentieri fughiamo dalle loro trincee e tane.
           Son sicuro che anche tu e la tua famiglia, come la famiglia del Direttore e gli amici e i colleghi nostri tutti, godiate ottima salute.
           Ti ringrazio della puntualità dell'invio del giornale, e non puoi immaginare quale gioia provo nello sfogliarlo; anzi tante volte sotto il fuoco nemico, riparato vicino a qualche roccia, leggendo il Corriere mi sembra di essere a casa mia.
           Non mi prolungo. Saluti al Direttore e alla signora; saluti alla tua famiglia ed agli amici. Una stretta di mano a te.
           Vincenzo