Il saluto alle famiglie
Egregio sig. Direttore,
Noi qui sottoscritti militari abruzzesi, residenti a … vi preghiamo caldamente perché, per mezzo del simpatico Corriere Abruzzese, facciate pervenire alle nostre famiglie, ai nostri parenti, amici e conoscenti i nostri più affettuosi saluti.
Dott. Alfredo Faricelli, di Civitaquana, tenente medico.
Giuseppe Stagioni, di Loreto Aprutino, caporale di sanità.
Soldati: Luigi Lozzi, Di Gregorio Gioacchino, Di Bato Attilio, tutti di Civitaquana; De Pompeis Ermanno di Torre dei Passeri; Ferrante Domenico, di Bisenti; Placidi Ernesto RR. CC., di Borgo Velino (Aquila); De Santis Antonio, di Teramo.
* * *
Carissimo Direttore,
Dalle pittoresche e ridenti cime dei monti veneti, dove si stanno compiendo i destini d'Italia, un soldato alpino della 79 compagnia, ... Reggimento, ha la nostalgia del nostro bello Abruzzo e ripensa ai cari lontani.
Egli prega che il Corriere Abruzzese, sempre primo in ogni bel gesto, e prediletta lettura nel campo, invii affettuosi saluti ai parenti, agli amici, ai conoscenti che ricordano il soldato
MORETTI DONATO, di Pollutri (Chieti).
* * *
Egregio Direttore,
Dopo una vittoriosa avanzata, che ha ritolto nostre terre all'eterno nemico oppressore, sognando nuovi gloriosi fatti d'armi i sottoscritti alpini inviano alle loro famiglie, agli amici tutti ed a Lei affettuosissimi saluti.
De Luca Luigi, di Pietracamela, sergente;
Falcone Antonio, di Catignano, caporale;
Soldati: Cataldi Pasquale, di Controguerra; Mazzini Giacobbe, di Alvi di Crognaleto; Garrani Giovanni, di Giulianova; Corona Giovanni, di Roma; Fausto Lattanzi, di Teramo; Bonaduce Amedeo, di Teramo; Troia Luigi, di Fano Adriano; Croce Sabatino, di Montorio al Vomano; Palmarini Carlo, di Fano Adriano; De Silvestre Antonio, di Elice; Di Francesco Camillo, di Roma; De Fulgentis Giuseppe, di Tortoreto; Tosti Cesare, di Ortona a Mare.
* * *
Pensieri e saluti alle famiglie ed agli amici tutti.
Massignani Guido, D'Alessandro Italo, Di Sante Antonio, tutti di Teramo.
* * *
Abbiamo notato, in uno dei passati numeri, una cosa tanto simpatica: molti sono i soldati teramani che scrivono al sindaco della nostra città, cav. uff. Luigi Paris, per ossequiarlo e per salutare in lui le proprie famiglie e i propri amici.
Ben volentieri oggi pubblichiamo la seguente cartolina inviata al sig. Sindaco di Teramo dal Tenente-Cappellano del 17. fanteria, dalla zona di guerra:
.... 19 Agosto 1916
Gli ufficiali e i soldati teramani, in quest'ora tragica e solenne, in cui si maturano i patrii destini, pregano V. S. di porgere alle care famiglie i loro più caldi saluti.
Il cappellano militare del 17. fanteria
Tenente D. GUERINO CINCOLÀ
* * *
I sottoscritti teramani telegrafisti, di fucileria, pregano il Corriere Abruzzese di porgere i loro affettuosi saluti ai parenti, alle fidanzate, agli amici, e a tutta la cittadinanza teramana.
Viva l'Italia!, Viva il Re! Avanti, Savoia!....
Vita Luigi - Di Filippantonio Luigi - Bernardini Antonio - Cirilli Francesco.
* * *
I seguenti soldati della città e provincia di Teramo, del ... Regg. Fanteria, mandano a mezzo dello stimato Corriere Abruzzese i più cordiali saluti ai genitori, ai parenti, agli amici.
Nella speranza dell'ospitalità del Corriere, s'inviano distinti saluti e ringraziamenti al Direttore.
Di Sabatino Gaetano, caporale, di Penna S. Andrea;
Bagolini Mario, capor., di Giulianova;
Di Giuseppe Luigi, soldato, di Teramo;
Iachetti Vincenzo, id. id.;
Profeta Aroldo, id. id.;
Olivieri Dante, caporale, id;
Lattanzi Domenico, soldato, id.
* * *
Il concittadino Lamberto Bonifazi del ... Regg. Fanteria, sezione Mitragliatrici, ci ha scritto nei passati giorni la lettera che noi pubblichiamo con qualche ritardo per sola mancanza di spazio nei passati numeri:
Preg.mo Direttore,
Il giorno .... del c. m. un manipolo di eroi si copri di un'aureola di gloria!
Si trattava di questo:
Di fronte a noi, proprio in mezzo alla vallata ..., tra il monte ... ed il monte ... v'era una ridotta austriaca.
Da questa ridotta partivano giornalmente dei colpi e ci molestavano tanto!
Il compito era abbastanza arduo! Un reparto di alpini doveva salire sul monte ... e, per non essere visto, doveva attraversare un passaggio difficilissimo, e che richiese molto tempo; giunti alla sommità del monte, tre o quattro di essi dovevano discendere con delle corde e gittar delle bombe a mano, su quella maledetta ridotta. Un altro plotoncino del mio reggimento, con un'arma sola della sezione mitragliatrici, comandata dal mio bravo e valoroso ufficiale, doveva attirare l'attenzione del nemico su di noi, e tagliare ad esso la ritirata.
Tutto questo non poteva riuscir meglio!
Quelli, che scesero giù con le corde, cominciarono a buttar sopra la ridotta le bombe, mentre noi facevamo fuoco di fronte.
Si trattò di secondi!
All'improvviso, e fecero il conto senza l'oste, un gruppettino di austriaci tentò di uscir fuori e darsela a gambe.
Cinque ne uscirono fuori, e cinque furono inchiodati sul terreno.
Non restava ai rimanenti che scegliere tra due vie, o farsi inchiodare sul terreno, o farsi fare prigionieri
Scelsero quest'ultima.
Immediatamente cominciarono a tirar fuori asciugatoi, camice, fazzoletti e tutto ciò ch'era di color bianco o che ne aveva l'apparenza.
Il fuoco fu subito sospeso, e così potemmo acciuffare una ventina di prigionieri, tra i quali un cadetto e tre feriti.
Boni italiani! camarad, ci dicevano.
Le nostre colossali perdite furono di un ferito leggermente ad una spalla.
Si vede che dovevano ancora mangiare il rancio, perchè poco lungi dalla ridotta, trovammo una bella marmitta con del brodo e carne!
A questa piccola impresa presi parte anch'io, quale comandante lo scaglione munizioni della sezione mitragliatrici.
Spero, e non mi mancherà l'occasione, di far conoscere al nostro caro e secolare nemico, quale sangue scorra nelle vene di una belva abruzzese (così ci chiamò un giornale di Vienna) ed anche il mio Comandante è una belva, perché è del forte e gentile Abruzzo.
La prego di porgere per mezzo del suo rispettato periodico tanti cari saluti ai miei parenti e agli amici tutti.
Con distinti ossequi mi creda di lei
Devot.mo
LAMBERTO BONIFAZI
* * *
Il Moretti Donato, alpino, ci scrive la seguente lettera con preghiera di pubblicazione. Lo accontentiamo ben volentieri:
Ill.mo Direttore,
Nella sera del due agosto, mentre il sole ci abbandonava nell'orizzonte la mia compagnia decise di avanzare a sbalzi contro il perfido nemico che erasi rintanato come volpe nei nascondigli. L'azione fu cominciata arditamente ed ognuno aveva la baldanza di affrontare qualsiasi pericoloso destino.
In un momento si sente il grido di Savoia dai nostri bravi ufficiali. Il luccichio delle baionette, le grida incessanti dei miei compagni riuscirono a spaventare talmente l'avversario, che nel vederci avanzare con tanto vigore, alzarono le mani, per avere salva la vita.
Così avemmo vittoria senza alcuna perdita. Restarono in nostre mani 40 prigionieri, fra i quali un ufficiale. Quattro morti trovammo nelle trincee, le quali trincee oggi sono nostre, ed ora attendiamo altre più importanti conquiste.
A nome mio e di tutta la Compagnia e specie del reparto 1. Scaglione porta viveri e munizioni saluto voi e il giornale, e saluto i parenti e gli amici nel moltiplicare il nostro coraggio per la cara Italia.
Con stima
MORETTI DONATO
|