I teramani nella Grande Guerra.
Il conflitto raccontato nelle pagine del Corriere Abruzzese
Anno 1915


Giovanni Rossi

           Mentre il giornale va in composizione, nella gentile Chieti autorità e cittadinanza rendono tributo di omaggio alla memoria del nostro concittadino Giovanni Rossi, che cadde da eroe il giorno 2 luglio sulle alture di Poazzo. Come abbiamo altre volte detto il comando supremo ha decretato per l'eroe la medaglia d'oro e nel momento in cui scriviamo il sindaco della città di Chieti consegna al padre del valoroso soldato la medaglia, attestazione nazionale.
           Alla solenne funzione la città di Teramo è rappresentata dal Sindaco cav. uff. avv. Luigi Paris e dall'assessore rag. Goffredo Bellomo. Il Consiglio Provinciale è rappresentato dall'istesso cav. Luigi Paris che n'è vice presidente. L'amministrazione della Provincia è, a sua volta, rappresentata dal deputato provinciale cav. Marchese Martinetti Bianchi e dal segretario capo avv. cav. Rodomonte.
           Il sindaco di Teramo ha l'incarico di rappresentare anche il Comitato Prov. di organizzazione civile.
           L'Associazione della Stampa teramana ha delegato il cav. Guglielmo Aurini; il Popolo Abruzzese il dottor Giulio Cozzoli e il nostro Corriere, non essendo più stato possibile al direttore di recarsi di persona ad assistere alla patriottica cerimonia, ha telegrafato al collega valorosissimo cav. Vincenzo Vicoli, direttore della Provincia.
           

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           Leggiamo sul Popolo che il comm. Bindi ha interpellato il presidente della deputazione provinciale per conoscere le ragioni che gli hanno impedito di fare le dovute pratiche perché venisse consegnata a Teramo la medaglia d'oro alla famiglia dell'eroico Giovanni Rossi. Certo anche noi avremmo avuto piacere se la funzione della consegna della medaglia fosse avvenuta a Teramo. Ma dal momento che questo non è stato e che la città consorella con tanto slancio e con tanta unanimità di ammirazione celebra la festa in omaggio al valoroso, e in attestazione di affetto al padre di lui, considerando che il nostro Consiglio Provinc.le anche per la bocca istessa dell'illustre prof. Bindi, e il Consiglio Comunale degnamente ed altamente han reso testimonianza di gratitudine, di affetto, di ammirazione imperitura al cittadino eroe, crediamo quindi che il chiarissimo prof. Bindi possa rinunciare alla trattazione dell'interpellanza.