Dal fronte
Oggi è stata una giornata di ricordi. Stamane ho incontrato il valoroso Capitano Paolo Vitale, tutt'ora convalescente, venuto qui per subire una visita. La sua seconda ferita, per quanto meno pericolosa dell'altra riportata prima, non è ancora guarita, ma è ormai rimarginata. Quante cose oggi non ci siamo raccontate? Quanti, quanti ricordi non abbiamo rievocati e quante speranze non abbiamo esternate?
Quel piccolo chiosco ristorante della Stazione, ospiti del Marchese Persichetti di Aquila, ora Sottotenente d'artiglieria, ha sentito certamente le nostre nostalgiche rievocazioni e ci avrà rimproverato, ma avrà sorriso quando con sentimento unanime, riprendendo le nostre energie più pure, momentaneamente sopraffatte dall'onda dei ricordi, abbiamo espresso il nostro augurio fervidissimo per la più grande Vittoria dell'Idea redentrice per cui oggi si offre l'olocausto più santo.
Ed abbiamo brindato... così, silenziosamente... per la Vittoria, per la pace, per l'avvenire dei nostri cari lontani, dei nostri discendenti.
Il dovere ci ha separati. Il treno attendeva il valoroso capitano Vitale per ricondurlo al convalescenziario d'Armata ove trovasi attualmente. Mentre accompagnavo alla stazione il nostro attivo Ricevitore combattente, ho incontrato sotto la divisa di Sottotenente dei Bersaglieri il mio Compagno di Scuola Muzio Muzzi, anche lui convalescente d'una lieve malattia.
Emozione sopra emozione; ricordi che incalzavano ricordi; sogni, speranze ombre lontane invadenti come onde impetuose il campo delle reminiscenze.
L'egregio Muzio ha trovato una sorpresa rientrando al proprio reparto. Il suo Maggiore, di cui gode la più ampia fiducia, lo ha chiamato a sé dandogli un incarico in questi tempi molto difficili nominandolo cioè suo aiutante maggiore di Battaglione. Questa missione delicatissima fa molto onore al giovane ufficiale scelto su molti altri dalla fiducia dei superiori. E me ne congratulo.
Ma non ho potuto trattenermi, nel fargli i miei migliori augurii, di parlargli del nostro Abruzzo che si risveglia come da un lungo torpore.
Egli ha plaudito all'iniziativa del nostro Prof. Albi e mi ha promesso che non sarà secondo in quel giorno che, restituito, temprato, dal sacrificio, ai suoi studii economici, potrà dedicarsi alla realizzazione dei nostri desideri.
Qui abbiamo anche il Prof. Allegretti, maresciallo della C.R., il Barone Madonna di Castellamare, artigliere e molti altri.
E con tutti è la rievocazione del passato, che ormai ci sembra lontano, perché nettamente diviso da un fiume di sangue e di lagrime redentrici, dall'avvenire a cui volgiamo le nostre più belle speranze.
Spesso noi Abruzzesi siamo assaliti da un male: la nostalgia; siamo troppo innamorati dei nostri monti e del nostro mare... ma è un momento, un momento solo, perché, rientrati in noi stessi, ci rituffiamo nel sacrificio da cui un giorno non lontano usciremo più puri e più forti, per ricostruire sulle rovine rosse d'incendio e di sangue ancora fumante, un avvenire la cui forza direttrice dovrà ritrovarsi nella nostra coscienza e nell'esperienza dei secoli, nella suprema legge morale.
SILVIO SABATINI
Sergente degli Alpini
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