Il supremo momento di Col di Lana in una lettera del Ten. De Sanctis
Tutti i giornali si sono interessati della meravigliosa azione compiuta dal nostro valoroso esercito in Colle di Lana, e i più importanti quotidiani han descritto magistralmente la grande e bellissima e terrificante azione.
Noi non sappiamo resistere alla seducente tentazione di dare pubblicità ad una lettera pervenutaci questa mane dal carissimo amico Italo De Sanctis, sindaco di Spoltore, ed anch'egli oggi soldato d'Italia, una lettera che a parer nostro ha grande valore per la descrizione ch'essa contiene del supremo momento in cui dai soldati nostri venivano squarciate le viscere del monte immane.
Il caro Italo De Sanctis, che intendeva solo scrivere all'amico e non al giornalista, dovrà perdonare e l'uno e l'altro per la grave indiscrezione.
Ed al sottotenente Arturo avv. De Sanctis, anch'egli amico nostro dei più cari, che dà al fratello, in brevi, scultoree parole la descrizione del quadro sublime, inimmaginabile, chiediamo del pari venia del mancato nostro riserbo.
Ed ecco la lettera:
CARO STOPPA,
In una lettera di mio fratello Arturo (sottotenente dell' ... Fanteria) leggo la narrazione minuta di quanto i nostri eroici soldati hanno compiuto su Col di Lana la notte del giorno 17 passato. È terrificante. Senti:
«... Sorgeva la luna nuova quando il telefono portatile squilla: metto il microfono all'orecchio. E' il Comando che ordina: - Fanteria avanza nascostamente. A mezzanotte il cocuzzolo di Col di Lana, minato dai nostri, salterà. Dopo rapido bombardamento le fanterie correranno all'assalto per la conquista della cima e del retrostante monte Sief. All'erta! Impedire aggiramento nemico: fare le segnalazioni del caso all'artiglieria!
Dò le ultime disposizioni: il momento è critico: sono solo nella posizione più avanzata con cinquanta uomini. Coraggio!... Mancano pochi minuti a mezzanotte: coll'orologio in una mano, la pistola Verry per le segnalazioni luminose nell'altra; gli occhi fissi sul cocuzzolo, tranquillo, di Col di Lana.
Ecco: il terremoto! un vulcano sulla cima fatale: una vampata che sale alle stelle: una nuvola nera di terra e di fumo: scoppi di depositi dei munizioni; gallerie e trincee in aria; urla formidabili dei feriti terrorizzati... Una scena dantescamente infernale!... Ma viene peggio: come gragnuola, una tempesta fitta, lacerante, insistente di proiettili di ogni calibro si abbatte sul monte: è inutile ogni scampo: chi può fuggire corre verso di noi implorando: ma un'intiera ecatombe è sacrificata sul picco elevato al mostro della guerra! Dio mio che visione! Che tragico spettacolo! Non posso chiudere gli occhi perché rivedo sempre tanto orrore. Fu tale la sorpresa e lo spavento nemico che non fecero, non tentarono nulla: rimasero tutti impietriti: quella non era guerra, era finimondo!
Il giorno dopo i nemici si riscossero, ma furono facilmente ricacciati: ora si effettuerà tutta una serie di operazioni per la sistemazione della nuova fronte. Avremo successi brillanti.... »
A distanza di dieci giorni; Arturo mi scrive ancora:
«Il capitano volle affidarmi un incarico di fiducia: mi mandò a rinforzare un posto avanzato, che doveva essere un forte punto d'appoggio per l'obbiettivo propostosi dall' ... fanteria, e mi ordinò di assumere il comando del posto stesso benché vi fosse sul luogo un ufficiale più anziano... Quando al mattino venne l'ordine di ritirata per le truppe operanti, io con i miei uomini rimasi al posto avanzato per proteggere la ritirata d'un battaglione del suddetto reggimento. Seguì una notte tempestosa! L'azione era costata qualche perdita. Venuto il cambio, invece di tornare subito indietro, credetti mio dovere andare in traccia dei feriti: sventuratamente non trovai... che cadaveri, che raccolsi.
La sera il capitano, informato per telefono dei fatti, mi fece trovare la seguente proposta di ricompensa al valore, così redatta: «... Medaglia d'argento - Sottotenente De Sanctis Arturo - Dando prova di alto sentimento di cameratismo e di coraggio, approfittando di un momento di nebbia, di pieno giorno, usciva dalla linea dei nostri e si spingeva con altri tre militari fino a pochi passi dei reticolati nemici, che conosceva fortemente protetti da due mitragliatrici per far raccogliere e trasportare ai nostri avamposti i cadaveri di due militari caduti la sera innanzi nonché fucili ed altro materiale.»
Tu ricorderai, caro Bruno, che nelle prime azioni su Monte Sei Busi, nel mese di luglio dell'anno scorso, un altro Spoltorese, il sottotenente De Caesaris Ulderico, si distingueva per atti di valore che gli meritarono la medaglia d'argento e la promozione a tenente. Non ti pare che Spoltore si porti egregiamente?
Dopo un anno di guerra, incontro oggi alcuni paesani che sono ancora freschi e lieti, come se fossero venuti ieri in Zona di guerra!
Staremo a vedere, poi, quando, piacente a Dio, la guerra sarà finita, se Spoltore sarà per codesta Prefettura e per il R. Governo un paesello ignoto a Dio ed agli uomini, quando riprenderemo le pratiche per i mutui pel Palazzo Scolastico e per la distribuzione interna dell'acqua.
Ti abbraccio con affetto.
ITALO DE SANCTIS.
Non resta che felicitarci col giovane tenente avv. Arturo De Sanctis del grande coraggio e valore che egli spiega in guerra, coraggio e valore che sono stati degnamente premiati con l'alta onorificenza!
All'amico Italo De Sanctis, poi, diciamo che Spoltore ha ben diritto alla riconoscenza del patrio governo, ed egli che è l'attivo ed intelligentissimo sindaco della simpatica cittadina saprà chiedere ed ottenere quanto si ha il diritto di avere.
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