Il saluto dei nostri soldati
Un valoroso sergente che ricerca i suoi genitori
Egregio Direttore,
Non passa giorno che il nemico non tiri, in questa zona ove sono io, con i suoi 305 e 420, ma non riesce a produrre sensibili danni alle truppe nostre.
I soldati sono sempre allegri e non si spaventano dei maialetti che attraversano l'aria e spesso li fischiano quando arrivano..... innocui.
Quasi in tutti i giorni i barbari nemici vengono avanti tentando di sfondare le nostre linee, ma essi sono sempre mandati indietro anche alla baionetta e con molte perdite.
Però giornate di accanito combattimento, come pel passato, non vi sono più.
In questa presente guerra coloro che sono al fronte dimenticano le inimicizie e le ire lasciate nei propri paesi e mandando saluti per mezzo dei giornali intendono rivolgerli a tutti. Così anch'io ho mandato cartoline ossequiando tutti.
Con questa lettera che vi scrivo mi rivolgo, sig. Direttore, a due sole persone. Quali esse sono? Sono i due che mi hanno messo al mondo!
Oh, mio babbo e mia mamma! Chi siete voi che mi avete dato vita? Sapete che il pensiero di conoscervi mi tormenta costantemente e mi accresce a mille doppi ogni mio soffrire! Fatevi conoscere dal vostro figlio Inilegna Giuseppe che ricoveraste nel brefotrofio di Teramo.
Non vergognatevi di me: sono vostro figlio e voglio esser tale.
Fatevi conoscere: se siete dei poveri, con le mie valide braccia vi camperò la vita e sarò costantemente al vostro fianco.
Se siete ricchi,... fate come volete: basta che vi facciate conoscere ed io sarei pago soltanto di sapere da quale discendenza io vengo.
Volete il racconto del mio passato?
Io, Inilegna Giuseppe, fui tolto dal detto brefotrofio di Teramo da una certa Adelaide Alfredo che ha per marito tal Muscolini Giovanni. Costoro mi han tirato avanti con molta cautela, e si sono affezionati a me di giorno in giorno sempre più.
Avevo sette o otto anni quando al Sindaco del paese dove allora mi trovavo giunse una lettera di un individuo che cercava di me, per riprendermi. Egli si qualificava per mio padre. Ora dove sei, padre mio? Nulla chiedo da te: mi basterebbe conoscerti. Se devo credere alle notizie che ho potuto venire a conoscere, tu dovresti essere di Civitella del Tronto.
Perché non mi ti fai conoscere?
E tu mamma dove sei! Io ricordo che tanti anni or sono una donna di Bacucco, ora Arsita, essendosi recata alla Madonna della Santa Casa si incontrò con te. Conosciutati, tu le domandasti di dove era, ed ella ti rispose: Bacucco. E tu allora le chiedesti: conosci una certa Adelaide che ha per marito un certo Muscolini, guardia forestale? Essa ti rispose: si, anzi è mia vicina di casa. Allora tu domandasti di nuovo: mi sapresti tu dire se ha ancora in casa quel figlioletto che prese nel ricovero di Teramo? La donna ti rispose: Lo ha ancora. Tu allora esclamasti: quello è mio figlio; anzi vi è stata una causa per lui col padre, se no io l'avrei ripreso con me.
E niente altro so. Dove ora tu sei? Perché non ti fai conoscere al tuo figlio che trovasi a combattere sulle Alpi e che pensa sempre ai suoi genitori e si strugge dal desiderio di conoscerli?
Ricordate, o genitori, il figlio vostro che trovasi dove oggi si svolge la più grande battaglia!
Per voi, buoni e gentili, trascrivo il mio indirizzo, se mi volete rispondere direttamente:
INILEGNA GIUSEPPE sergente 63. Regg. Fanteria 3. Compagnia - 37.. Divisione
Pubblichiamo con vera commozione la lettera del buon soldato, che deve essere certo un valoroso, se sul campo dell'onore ha meritato il grado di sottufficiale. Ma egli ha in petto un cuore d'oro e si strugge nel desiderio vivissimo di conoscere coloro che gli diedero la vita.
In Francia, e poi in Italia, è invalsa l'usanza di dare madrine ai soldati orfani. Il nostro Inilegna non chiede madrine per avere lettere di conforto e di incoraggiamento ed anche piccoli, affettuosi donativi. Egli chiede di sapere quali furono quelli che lo misero al mondo, verso i quali si strugge di incommensurabile affetto.
Facciamo voti che il tormentoso desiderio del valoroso soldato sia esaudito, ed egli abbia la grande felicità, tornato domani dal fronte, di poter essere abbracciato da quelli che hanno il dovere di raccogliere la voce del sangue!
N.d.D.
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Eccomi di nuovo in giostra. Sono qui in zona carnica per far diventare alpina una bella compagnia di M. T. Fant. e, all'occorrenza, per condurla al fuoco.
Sto benone, sono di lieto umore e, se non mi accopperanno, ti verrò a raccontare tante cose. (N. augurii vivi!) Mi sono incontrato col bravo capitano Giovanni Esposito che è presso un comando.
I miei più cordiali saluti.
ZINA GIUSEPPE, capitano degli Alpini.
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Le invio lire 10, importo del mio abbonamento al Corriere.
Da queste vette altissime delle Alpi nostre, sulle quali i baldi soldati del bel... Battaglione M. T. tutti figli d'Abruzzo, compiono da mesi il loro sacro dovere d'italiani in faccia al nemico, le mando i miei cordiali saluti!
GIOVANNI ROMANI del fu ACHILLE, tenente, di Colledara.
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Saluti cari a tutti!
MAZZA ORAZIO, tenente, di Torricella Sicura.
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Pensieri e saluti affettuosi dalla linea del fuoco!
D'ALESSANDRO ITALO, tenente, di Teramo.
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Affettuosissimi saluti!
DE LELLIS GIUSEPPE, sottotenente, di Loreto Aprutino.
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Dopo dodici mesi di guerra, noi alpini abruzzesi, dalle cime più alte delle Dolomiti, inviamo i nostri saluti a lei, ai nostri genitori, ai parenti, alle fidanzate e agli amici, assicurando del nostro ottimo stato di salute.
RODOMONTE MARCO, caporale, di Teramo.
LANCI FRANCESCO, caporale, di Cortino.
CELLINI GIUSEPPE, sold., di Bisenti.
CAPONE CASTO, soldato, di Morrodoro.
ZIPPO FILIPPO, soldato, di Nereto.
MALATESTA NATALE, soldato di Nereto.
FERRANTE NICOLA, sold., di Torre Vecchia Teatina.
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Ricevo il prezioso giornale e con molto piacere ne leggo tutte le notizie.
Da un bel paese redento giunga a lei, sig. direttore, i più distinti saluti dal suo ex operaio. Saluti agli amici; baci a mia mamma, a papà, a mia sorella.
RAMONI VINCENZO sold., di Teramo.
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Io sto bene, come spero sia di tutti i lavoranti dell'officina che saluto affettuosamente. (N. Vi abbiamo scritto una cartolina.)
MARADONNA PASQUALE, trombettiere, di Teramo.
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Vi rimetto L. 4,50 per abbonamento al Corriere fino al 31 dicembre corrente anno.
Da questi monti nevosi invio i più distinti saluti a tutti i miei amici, un bacio alla mia mamma e a mia moglie.
DI GIORGIO OLINDO, soldato, di Teramo.
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Dalle trincee noi soldati abruzzesi abbiamo combattuto e combattiamo da veri eroi.
Mandiamo i più caldi saluti a tutti i nostri fratelli del nobile Abruzzo, sotto le armi; alle nostre care famiglie ed agli amici ed ai parenti e anche alle nostre fidanzate. Facciamo ad essi tutti conoscere l'ottimo stato della nostra buona salute.
DOLCEAMORE NICOLA,caporale,
CORI GIUSEPPE, soldato,
CAMILLI EUGENIO, sold.,
RANALLI LUIGI, soldato,
DI SILVESTRO GIUSEPPE, soldato, tutti di Cellino Attanasio.
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Invio affettuosi saluti ai miei genitori e agli amici cari. Mille ossequi a lei, sig. Direttore.
VALERIANI FRANCESCO, soldato.
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Dalle balze del Trentino saluto caramente gli amici tutti della natia Teramo.
Sarei felice di poter avere in abbonamento il giornale. Rimetterò presto l'importo.
DI TOMMASO dott. STEFANO, sottotenente medico, di Teramo.
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Do mie buone notizie. Desidero per sei mesi abbonarmi al Corriere Abruzzese. Mi faccia sapere quanto importa. (R. Importa lire tre fino al 31 dicembre.)
Mille saluti.
MELOZZI GIULIO, soldato, di Teramo.
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Ricevo puntualmente il giornale. Le rimetto l'abbonamento pel corrente anno e scuserà se ho tardato fino ad ora, ma capirà che, essendo in prima linea, non ne ho avuto mai occasione. (R. Ricevuto: grazie. Saluti.)
Inviandole tante belle cose, mi dico suo
PRESUTTI ALBERTO, sottotenente, di Teramo.
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Nel momento in cui la marcia russa gloriosamente sconfigge il comune nemico, ed i baldi soldati d'Italia, sul Trentino, formano con i loro petti insormontabile baluardo all'esercito nemico, nel momento in cui l'esercito della consorella latina resiste eroicamente ai titanici colpi dell'avversario, e la gloriosa marina inglese getta il guanto di sfida a quella germanica, ed i soldati di questa nuova terra d'Italia aspettano impazientemente il loro turno pronti anch'essi, come i loro fratelli, a ricevere degnamente il nemico e ad immolare sull'altare della Patria la loro giovane esistenza per la grandezza ed immancabile vittoria finale d'Italia nostra, dalle ridenti e lussureggianti colline d'Albania un pensiero ed un saluto affettuoso alla famiglia, ai parenti, a te e agli amici.
GIUSEPPE ANDREONI, soldato, di Andreoni.
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Ho appreso con piacere dal Corriere, che l'amico e concittadino Alberto Presutti è di già ufficiale. Al caro giovane, che intese subito la nobiltà della causa della nostra guerra e che fra i primi corse ad arruolarsi volontario nell'esercito nazionale e da parecchi mesi adempie il suo dovere alla fronte - io esprimo la mia lode sincera e incondizionata e le mie vive congratulazioni. Io sto bene. Saluto affettuosamente gli amici, te e la tua signora.
RITUCCI PASQUALE, soldato, di Città S. Angelo.
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Dal fronte Trentino, ove si combatte febbrilmente per una più bella Italia, ringrazio codesta spett. amministrazione della puntualità con cui fa pervenire il Corriere Abruzzese. Esso mi giunge gradito e leggo con piacere le notizie dei paesi della gentile provincia di Teramo.
Permetta, sig. Direttore, che a mezzo del suo pregiato giornale si partecipino saluti ai miei amati genitori, parenti e amici tutti; saluti affettuosi a mia moglie e baci alla piccola Iolanduccia a me tanto cara. Si abbia lei i miei anticipati ringraziamenti ed ossequi.
DI PASQUANTONIO FLAVIANO, R. Guardia di Finanza, di Civitella del T.
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Può smettere di mandare il giornale al caporale Zaffiro Marino, poiché è stato fatto prigioniero. Da molto non ricevo il giornale. Ho cambiato compagnia. Prego cambiare la fascetta secondo nuovo indirizzo che le do.
Io sto bene. Accetti i miei saluti.
FILIPPINI ROMEO, capor.
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Ricevo costantemente e con molto piacere il Corriere, che qui a Tobruk noi soldati abruzzesi leggiamo con viva gioia perché desideriamo conoscere le novelle dei nostri lontani paesi, ove tanto desideriamo di tornare.
La nostra cara Italia si trova in guerra e noi dobbiamo dare per essa tutta la nostra forza per riportare la vittoria.
Di qui col cuore pieno di speranze gridiamo ai nostri fratelli che sono sulla linea del fuoco; coraggio ed avanti! Viva l'Italia!
Sto benissimo e saluto la famiglia i parenti, gli amici. Ossequi al Direttore del Corriere.
ORSINI ORLANDO, capor. Maggiore.
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Alla tua del 5 corrente risponderò a giorni, la presente è per dirti che sono stato trasferito qui, a Napoli in un Ospedale territoriale della Croce Rossa - Hotel Excelsior - Napoli
Saluti affettuosi ed ossequi alla tua gentile Signora.
CAMILLO PEPE, tenente, di Teramo.
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