I teramani nella Grande Guerra.
Il conflitto raccontato dalle pagine del Corriere Abruzzese
Anno 1916


Gli eroi d'Abruzzo

           
           MARCONE Gennaro, da Atessa (Chieti), sottotenente complemento, reggimento fanteria. — Sotto il fuoco intenso di fucileria e mitragliatrici conservava lodevole calma. Ferito, rimaneva al suo posto, continuando ad incitare i suoi alla pugna. Colpito ancora da un proiettile mentre veniva tratto al riparo, sopportava con grande stoicismo le sofferenza, rivolgendo anche nobili parole di incoraggiamento ai propri dipendenti. — Seikofel, 6 settembre 1915. — Medaglia di Bronzo.
           

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           REGINELLA Alfredo, da Chieti, tenente reggimento artiglieria campagna. — Solo ufficiale alla linea dei pezzi essendo scoppiate in batteria tre granate di medio calibro che uccisero 4 serventi e ne ferirono 3, provvide a ricoverare gl'incolumi e, bell'esempio di sereno coraggio, volle da solo tornare alla linea dei pezzi per assistere i feriti gravi che non potevano essere trasportati. — Farra 4 settembre 1915. — Medaglia di Bronzo.
           

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           SELLI Antonio, da Aquila, sottotenente di complemento reggimento fanteria. — Condusse, brillantemente, il proprio plotone alla conquista di una trincea nemica, e coadiuvò efficacemente il proprio comandante di compagnia, nel far rafforzare e nel mantenere la posizione conquistata, animando i dipendenti con la parola e con l'esempio. — Pendici di S. Michele, 21 ottobre 1915. — Medaglia di Bronzo.
           
           SICILIANI Giuseppe, da S. Vincenzo Valle Roveto (Aquila), soldato reggimento bersaglieri. — Volontario di un drappello in ricognizione in regione boschiva, insidiosa ed occupata dal nemico che con vivo fuoco lo bersagliava a solo 100 metri di distanza, con grande calma e sangue freddo, si avvicinava ai reticolati per riconoscerne la resistenza e tagliarli. — Pendici del Javoreck, 11-12 settembre 1915 — Medaglia di Bronzo.
           

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           VISCONTI Gaetano, da Aquila, soldato zappatore regg. Fanteria. — Ferito mentre il suo reparto era soggetto a violento fuoco d'artiglieria nemica, rifiutava di recarsi al posto di medicazione e rimaneva in trincea incoraggiando i compagni e continuando a prestare la sua opera intelligente per la difesa della posizione. — Monte Pal Piccolo, 23 settembre 1915. — Medaglia di Bronzo.
           

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           CARUSI Antonio, da Pollutri (Chieti), capitano reggimento artiglieria campagna. — Sotto il fuoco violento e preciso dell'artiglieria nemica, coadiuvava, per circa 40 ore consecutive, con lodevole calma ed energia a dirigere il tiro della propria batteria, dimostrando noncuranza del pericolo, e stimolando, con l'esempio e con la parola, i propri dipendenti nell'adempimento del loro dovere, riuscendo in tal modo ad infliggere gravi perdite al nemico. — Livinei-Alto, 28 agosto 1915 — Encomio solenne.
           

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           JAROSSI Giovanni, da Molina Aterno (Aquila), sol. regg. alpini. — Fece parte di un drappello che seppe mantenere, per parecchie ore, una difficile posizione a pochi passi dal nemico soprastante, controbattendolo efficacemente, e, nella notte, seppe, poi, ripiegare ordinatamente. — Punta Albiolo, 25 agosto 1915. Encomio solenne.
           

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           CIUFFOLETTI Cesare, da Lucoli (Aquila), sergente ciclista reggimento artiglieria campagna. — Dava costante prova di calma ed arditezza portando ordini urgenti attraverso zone intensamente battute. Castelnuovo del Carso, settembre-ottobre 1915. — Encomio solenne.
           

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           DI COLA Carmine, da Aquila, sol. regg. alpini. — Sotto il fuoco nemico contribuiva, con prontezza e coraggio a mutare il fonte di una trincea conquistata, dalla quale, con altri, controbatteva poi le mitragliatrici avversarie. — Punta Albiolo, 25 agosto 1915. — Encomio solenne.
           

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           FALCONI Osvaldo, da Leonessa (Aquila), sol. regg. alpini. — Fece parte di un drappello che seppe mantenere per parecchie ore una difficile posizione a pochi passi dal nemico soprastante, controbattendolo efficacemente, e nella notte seppe, poi, ripiegare ordinatamente. — Punta Albiolo, 25 agosto 1915. Encomio solenne.