I teramani nella Grande Guerra.
Il conflitto raccontato dalle pagine del Corriere Abruzzese
Anno 1916


Il Corriere del soldato. Quelli che non muoiono

           
           VINCENZO DE MARCO
           Era nostro corrispondente da Brittoli, ove insegnava da parecchi anni.
           Lo conoscevamo fino dalla fanciullezza; l'abbiamo visto crescere nella giovinezza e abbiamo contribuito a formargli la mente e il cuore.
           Quando partì soldato il buon Vincenzo De Marco, forte come un colosso, venne a salutarci, e noi, baciandolo, gli facemmo gli augurii più caldi. Fu nominato ufficiale. Non ne avemmo più notizia.
           Or sono una ventina di giorni, incontrammo, in Teramo, lo zio di lui, il sig. Domenico De Marco, l'ottimo segretario comunale di Brittoli, che ci promise di venirci a fare visita. Poi non lo rivedemmo più, mentre noi ardevamo del desiderio di chiedergli nuove del nipote a cui egli voleva tanto bene.
           A distanza di pochi giorni apprendiamo la triste notizia: il sottotenente Vincenzo De Marco è caduto, veramente da eroe, sul campo, nel combattimento del giorno 12 luglio, per la conquista del Monte Spit.
           Pochi giorni prima aveva scritto alla famiglia Di Zio di Loreto Aprutino: «Dalle balze delle Alpi aride e sitibonde di sangue, sotto il fuoco e il rombo cupo del cannone distruttore, vi ho tutti dinanzi gli occhi della mente!» Ed egli ha bagnato del suo sangue le balze sitibonde e il cannone distruttore gli ha rapito la vita! Lo piangono i genitori, lo zio, i parenti, la moglie sconsolatissima, i due teneri figliuoli! Lo piangiamo noi!
           
           CARLO D'ETTORRE
           Scrive il corrispondente da Vasto dell'Idea Nazionale.
           «Il capitano Carlo d'Ettorre, fu Giovanni, del... fanteria, nativo di Vasto (Abruzzi) veniva il 6 agosto 1915 ferito sul monte S. Michele, mentre incitava la sua compagnia alla pugna; e, guarito, tornava nuovamente al fronte, salutato con gioia dai suoi soldati, per le sue preclari virtù.
           Fervente d'amor patrio, sul Monte S. Gabriele, nella gloriosa giornata dell'11 corrente, dando prova di alto valore e di impareggiabile coraggio, veniva colpito da palla esplodente nemica e cadeva così da eroe.
           Aveva 28 anni. Era laureato in legge e rivestiva la carica di Segretario nella Intendenza di finanza, in Teramo.»
           Aggiungiamo noi che la morte del bravo giovane ha prodotto la più dolorosa impressione non solo nel personale della nostra Intendenza di Finanza, ma nella città stessa ove Carlo d'Ettorre era amato e stimato.