Il poeta Cesare Zavoli prigioniero di guerra
Nel numero del giorno trenta di Aprile pubblicammo con vivo compiacimento una superba poesia «Shakleton» del sottotenente Cesare Zavoli.
Il dono graditissimo ci proveniva dall'amico tenente Cichetti Bartolo, ed ora accompagnato dalla seguente lettera:
Caro direttore,
Vi scrivo dalla Zona di guerra per mandarvi dei buoni versi di un giovane poeta romagnolo il sottotenente Cesare Zavoli, il quale è tanto valoroso con la penna quando lo è col braccio.
Egli fra lo scoppio delle granate, nelle disagiate trincee del Carso, di Col di Lana e della Ridotta Garibaldi, o fra le aride Zone di Roberdò, o fra i candori delle nevi dell'Adamello, bacia la fronte della musa pensosa.
È una primizia che vi mando.
Saluti affettuosi e credetemi con sincero affetto vostro amico
CICHETTI BARTOLO, tenente.
I magnifici versi piacquero immensamente e noi da quel giorno abbiamo atteso che l'amico Cichetti ci avesse fatto il dono di altre poesie del valorosissimo Zavoli.
Giorni or sono ci è giunta la seguente cartolina:
Spett. Redazione del Corriere Abruzzese, Teramo
Ill.mi signori, Da un mese sono stato fatto prigioniero e più nulla ho saputo di un amico carissimo il Tenente Cichetti Bartolo. Se le SS. L.L. potessero darmi qualche indicazione o meglio il suo indirizzo ne sarei infinitamente grato.
Con mille scuse, mi credano devotissimo.
CESARE ZAVOLI, sottotenente.
Ci addolora molto la notizia della prigionia di Cesare Zavoli. Facciamo i più vivi augurii all'ufficiale distintissimo, a cui abbiamo già scritto mandando l'indirizzo del suo amico tenente Cichetti.
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