Il saluto dei nostri soldati
Forse in Italia non vi è altro popolo che ami, come l'abruzzese, la sua terra; forse nessun altro popolo, come lui, lontano, serba viva nell'animo l'immagine cara dei luoghi in cui nacque, delle sue valli verdi, dei monti maestosi, dai quali ereditò, con il vigore e la fierezza, sentimenti delicati e generosi. E soffre in modo speciale la nostalgia, e non vorrebbe che parlare della sua contrada, e si esalta alle sue virtù si entusiasma alle sue glorie.
Ed è per tali doti che noi ne seguiamo anche in mezzo al rumore della battaglia, le vicende; ed è per tali doti che noi abbiamo letto con animo riconoscente e commosso l'elevato discorso e i forti propositi di S. E. De Vito nei riguardi dell'Abruzzo e del suo popolo.
Ma pur i fini che si desiderano di conseguire, nel riconoscere le virtù, non ci deve far velo, dal riconoscere i nostri difetti, neppure un alto spirito, un profondo amore di regionalismo.
Spesso, adunque, si adunano comizi, si formano progetti, si accenna a costituzioni di Società, senza mai, però, giungere a qualche cosa di serio e di concreto; spesso, infiammato da giuste e sante aspirazioni, sorretto da un nobile desiderio, l'abruzzese prorompe in manifestazioni che quasi mai corrispondono ad una sana, attiva, rigogliosa operosità.
Quel che è peggio, poi, la lotta, non nobile che ferve tra ceto e ceto, tra partito e partito, che alimentano la diffidenza e il rancore, e che è spesso causa del disagio, della povertà, dello squallore della nostra bella e promettente regione.
A noi che, pel santo ideale di Patria non sarà forse più dato di rivedere la terra natia, concedete libera e serena la parola; accogliete, senza adombrarvi, la nostra calda preghiera, le nostre sante esortazioni. Componete, componete ogni dissidio, spegnete ogni germe, da cui trae origine e alimento la discordia. La lotta, sempre feconda delle idee, sia inspirata ad alti concetti, sia determinata ed animata soltanto da sani e nobili propositi. Lavori il contadino assiduo nei campi; con animo giocondo compia l'operaio, nella sua bottega e nella sua officina il fecondo lavoro, ma anche il ricco si liberi dalla pesante apatia, dal colpevole ozio. Non dimentichi che i più gravi doveri sociali pesano su le classi agiate, intellettualmente superiori. Ben venturati in questo momento, possiamo reputarci che due uomini di insigne valore, di alta autorità, di grande cuore sono sorti a dar vita, a propugnare, a sostenere le ragioni della causa abruzzese, ma facciamo che la loro opera disinteressata e amorevole non rimanga infeconda di bene a causa della nostra abituale apatica diffidenza, per mancanza di una nostra cooperazione attiva e valida. Ognuno metta a profitto delle aspirazioni, e degli ideali comuni, senza riserva e senza limitazione, la sua capacità, i suoi mezzi e le sue energie, l'opera del suo braccio, le doti della sua mente.
Noi qui, infiammati da un sano spirito di regionalismo, pel santo affetto al luogo natio, contrastiamo ai migliori soldati d'Italia il primato del valore. Il medesimo sacro fuoco muova voi a competere, con le altre regioni, pel primato delle opere che rendono grandi, in pace, i popoli; per far apprezzare, per far risplendere le bellezze dei nostri monti e delle nostre valli, la ricchezza delle nostre acque, del nostro mare.
Che la nostra dimenticata e bella regione si risvegli davvero, fiorisca, risuoni di gloria, come di valore, sovrattutto per opera nostra, per virtù di abruzzesi.
Dal Fronte, 28 Ottobre 1916
Ten. UMBERTO ADAMOLI
* * *
Con ritardo leggo, sul suo pregiato giornale, la cerimonia svoltasi il 20 scorso per la consegna della medaglia d'argento al valore militare all'amato mio fratello Enrico, il quale trovasi ancora ricoverato costà presso l'ospedale militare di riserva nel Seminario.
Ringrazio infinitamente il signor tenente Colonnello cav. uff. Solari per le onoranti e commoventi parole rivoltegli; come pure ringrazio di cuore quanti furono presenti alla bella cerimonia.
Intanto vorrà inviare i cari affettuosi saluti, per mezzo del suo giornale, alla mia famiglia diletta ed agli amici tutti.
DI VENANZO ALFREDO, soldato telegrafista, di Crognaleto.
* * *
Ho ricevuto il Corriere e mi auguro che l'invio avvenga regolarmente. Colgo l'occasione per inviarle distinti saluti.
Saluti agli amici di Teramo, specie alla lieta comitiva Vanarelli, Lucchesi, Lagalla e Scarselli.
Io, alle falde del monte Pellegrino, compio la mia istruzione militare in attesa di destinazione. (R. Auguri cari!) Saluti distinti al sindaco cav. uff. Paris.
D'AMICO CARMELO, sold.
* * *
Prego di inviare i più caldi saluti alla mia cara famiglia e ai parenti, assicurandoli che godo buonissima salute.
Saluti ai bravi tipografi del Corriere
DI PIETRO GIUSEPPE, soldato dì Teramo.
* * *
La prego di ricordarmi al carissimo Berardo Cialoni che attualmente trovasi anch'esso al servizio della nostra cara Patria.
Mille distinti ossequi.
MELOZZI GIULIO, soldato, di Teramo.
* * *
Mentre mi accingo a compiere il mio dovere di soldato, non dimentico gli amici carissimi.
RUBINI MARIO, soldato, di S. Egidio alla V.
* * *
Oggi, mentre leggevo il suo pregiato Corriere, si è trovato a passare un caporale del … Regg. Alpini, che è di Bomba, Provincia di Chieti.
Chiedendomi scusa ha voluto leggere il giornale e non ha avuto che a lodare il simpatico Corriere Abruzzese.
Anzi non solo da lui è stato lodato, ma anche dai miei compagni, e per parecchie volte, (ed essi sono Milanesi, Piemontesi ecc.) specie per l'interessamento che prende per la nostra cara regione Abruzzo.
Il caporale mi ha incaricato di pregarla di voler tenere anche lui nella lista dei suoi abbonati.
Questa mattina le ho fatto il vaglia.
Non più la tedio.
Invio i più cordiali saluti a lei ed all'intera sua famiglia.
PATRIZIO ANTONIO, di Mosciano S. Angelo soldato, del Parco viveri.
* * *
Sono lieto di essere abbonato del Corriere che mi giunge esattamente qui in Tobruk.
Godo tanto di trovare in esso nomi dei miei cari compagni, dei quali da più anni non sapevo più notizie.
Per mezzo del Corriere ora so che si trovano sulle alture del Trentino e che combattono con onore e fermezza per una più grande Italia. Ad essi vadano i più cari ed affettuosi saluti miei!
Un affettuoso saluto ai miei di casa, amici e parenti. Uno speciale saluto a mio fratello Domenico Lelii, il quale, in un combattimento svoltosi giorno 8 agosto sul Grafemberg, mentre giungeva sotto i reticolati d'una trincea nemica, veniva colpito a una gamba da una pallottola ed ora trovasi a casa a passare i suoi beati e gloriosi giorni di convalescenza.
Un elevato saluto a tutti i miei cari compagni d'arme, i quali, con impetuosi slanci riescono a strappare il terreno al nemico barbaro, rendendo più prossima e sicura la vittoria finale e facendo più grande e gloriosa la nostra cara e bella Italia.
LELII FLAMMINIO, caporale, di Nereto.
* * *
Dalle terre della Macedonia, di fronte al nemico salutiamo gli amici, parenti, fidanzate, le nostre dilette famiglie!
MARIO BATTISTONI, caporale, di Rosburgo.
NICODEMI FRANCESCO, soldato, di Castelli.
* * *
Mentre vi mando il prezzo di abbonamento per il secondo semestre, vi prego di salutarmi, per mezzo del giornale, il sig. sindaco di Colonnella ing. Massimo Cincolà con la popolazione colonnellese, ed il compagno amato Ricci Filippo che trovasi in Libia.
SORDINI COSMO, soldato, di Colonnella.
* * *
Noi alpini dalle più alte vette montane, in mezzo alla neve eterna, sempre forti dopo 15 mesi di fronte, inviamo i più affettuosi saluti alla famiglia, alle spose!
DI REMIGIO RAFFAELE, caporale.
RECCHIONE ERASMO, sold.
GIAMPONI VINCENZO soldato, di Poggiomorello.
* * *
Dalle alture di Gorizia un gruppo di abruzzesi invia alle famiglie, ai parenti e alle spose, agli amici infiniti saluti.
CORDA GAETANO, sergente, di Teramo.
CORDONI GIUSEPPE, soldato di Teramo.
MONTI ADOLFO, soldato, di Teramo.
CAPUANI Domenico, soldato, di Montorio al Vomano.
FARINA ADAMO, soldato, di Campli.
D'ORAZIO ALFREDO, soldato, di Montorio al V.
* * *
Leggendo il vostro giornale, io e i miei compagni siamo lieti di apprendere tante care notizie. Siamo orgogliosi che Teramo abbia accolto in modo così magnifico S. E. De Vito. Che cosa avremmo pagato per trovarci quel giorno a Teramo. Saluto tutti.
CAPACCHIONE ACHILLE, soldato, di Elice.
|