I teramani nella Grande Guerra.
Il conflitto raccontato dalle pagine del Corriere Abruzzese
Anno 1916


In morte del tenente medico Silvino Fidanza

           
           Paterno 4-12
           Una crudele sventura ha colpito la famiglia del caro amico Giovanni Fidanza. Il figlio Silvino, sottotenente medico, dopo otto mesi di vita spesa con orgoglio e con eroico amor patrio sulla nostra fronte, tornava a casa in licenza per 12 mesi, perché malato di pleurite. Persistendo il male, non ostante assidue ed amorose cure di famiglia, volle recarsi a Roma per consultare quei luminari di scienza di quell'Università, dove egli stesso, due anni fa, si laureava con splendidi voti Dottore in Medicina e Chirurgia. Ma a nulla valse la scienza, poiché il male ogni giorno infieriva e finalmente, sopravvenuta anche improvvisamente una nefrite acuta, quasi improvvisamente spegnevasi il 29 Novembre nella città eterna, lontano da tutti, amici e parenti. La ferale notizia, portata dal telegrafo, gettò lo strazio più crudele in tutti i cuori dei suoi e di quanti ebbero la fortuna di avvicinarlo e di ammirarne non solo il valore professionale, ma anche le sue rare doti di mente e di cuore. Nobile di sentimenti, alla più squisita gentilezza di modi accoppiava tale una innata bontà e modestia da rendersi caro ed amabile in in modo meraviglioso. Nel breve esercizio della sua professione erasi già affermato ormai come un valore ed una intelligenza non comune, accoppiandovi mirabilmente una coscienza che arrivava sino allo scrupolo.
           Promesse e speranze tutte troncate. Solenni riuscirono ed imponenti i suoi funerali. Per desiderio della famiglia la salma fu ricondotta in Villa Paterno per essere tumulata nella tomba di famiglia. A Roma l'imponentissimo corteo partì da via Carlo Cattaneo diretto alla Stazione centrale. Su carro di 1. classe, coperto da un vero trionfo di fiori e circondato da una numerosa schiera di Ufficiali di ogni grado ed arma, il feretro fu trasportato cogli onori militari, sul treno. Precedevano due lunghe file di soldati colla musica militare, seguivano i Pompieri del Municipio di Roma e numerose carrozze di amici e conoscenti. Bellissime le corone di fiori freschi delle famiglie Camilli, Carra, Marini, Maruca, De Benedetti e Somma di Roma, nonché quelle della famiglia, dei parenti Fidanza, Pannella, Gasbarrini, Cioti di Paterno e del Comune di Campli. Arrivati alla Stazione, la truppa presentò gli onori militari e il feretro, accompagnato da parenti ed amici, partì alla volta di Paterno. Quivi giunto, una folla di popolo, piangendo, gli venne incontro e sulla porta del cimitero dissero belle parole i signori Dott. Iannetti, Di Salvatore, Tassoni e Giuseppe De Luca, strappando lacrime cocenti dagli occhi di tutti.
           

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           La famiglia Fidanza ringrazia quanti presero parte al suo dolore, specialmente il Comando Militare di Roma, Il Municipio di Roma e tutti i Professori di quell'Università, che apprestarono cure amorose al caro estinto.