I teramani nella Grande Guerra.
Il conflitto raccontato dalle pagine del Corriere Abruzzese
Anno 1917


Quelli che non si imboscano

           
           Chiniamo la fronte riverenti e commossi davanti a coloro che, avendo voluto la guerra, andarono poi sui campi di battaglia a farla davvero; innanzi a coloro, che avendo nelle radiose giornate con discorsi infocati spinto il popolo ai sacrifici della guerra, si mischiarono volenterosi in mezzo agli umili contadini e scesero in trincea a dividerne ansie e perigli; innanzi a coloro che, avendo proclamato la necessità di schiacciare il secolare nemico, non si limitarono a gettare contro di esso gli srapnel della loro bolsa rettorica parolaia, ma vestirono la divisa del soldato, belli nella coerenza e nella tenacia del loro ideale sfidante il pericolo e la morte.
           E molti di essi hanno già lasciato la vita eroicamente sul campo!..
           Abbiamo visto, in tal modo, uomini di 70 anni, il Prefetto Ricciardi; uomini privati dell'uso di qualche arto, l'eroico caporale Toti ; uomini infine cui i tormenti di lunghi mali avrebbero dato il diritto alla tranquillità ed al riposo, accendersi di sacri entusiasmi, e consci che solo l'esempio nella vita trascina e che nessuna superiorità è più nobile di quella che consiste nel dovere della coerenza tra le proprie idee e la propria azione, abbiamo visto questi uomini correre al fronte a render il doveroso e pratico omaggio alla loro fede.
           Così oggi l'avv. Francesco Albanese, capitano di fanteria, segretario dell'Università di Padova, è caduto eroicamente davanti a Gorizia, colpito al midollo spinale.
           Onore a lui, che all'esonero per insostituibilità preferì partire per compiere il proprio dovere!
           Onore a lui, e vergogna agli altri, che credono di far dimenticare la loro codardia e il loro ignobile agire, moltiplicandosi in attività .... nel fronte interno!! miserabili!
           E i valorosi che sono al fronte ove si combatte e si muore intendano, chè olim meminisse juvabit!