I teramani nella Grande Guerra.
Il conflitto raccontato dalle pagine del Corriere Abruzzese
Anno 1917


I nostri morti in guerra

           
           Walter Ferrari
           il giovine bello d'una bellezza virile, che noi conoscemmo tenero fanciullino e che avemmo sempre molto caro per le sue sventure; il giovane buono che, con i fratelli più piccoli di lui, vide prima la scomparsa della mamma, una santa signora intelligentissima, compitissima, vero fiore di virtù, e che poi vide la morte del padre caro, il capitano Italo Ferrari così conosciuto e così ben voluto in Teramo, nei recenti combattimenti è caduto vittima del dovere!
           Noi dovremmo tessere gli elogi più caldi per Walter Ferrari sottotenente di artiglieria, giovine caro che faceva sperare molto bene di sè: preferiamo pubblicare integralmente la lettera che ci scrive Vittorino Scarselli, che del suo ufficio di tutore degli orfani del capitano Ferrari ha fatto un vero apostolato, sicché egli li ha amati con affetto paterno, sorreggendoli, avviandoli verso la vita.
           Per Walter, amico Scarselli, la tua opera si è spezzata con la vita di lui!
           
           Teramo 24-8 917
           Carissimo Stoppa
           Ieri mi fu comunicato dal Sindaco che il povero Walter era stato ferito gravemente; oggi mi è stata partecipata la morte. Tra ieri ed oggi invano è stato aperto il cuore alla speranza.
           Se i suoi genitori fossero ancora in questo mondo, non potrebbero davvero consolarsi!
           Esuberante di vita, bello come un Adone, buono ed intelligente, aveva animo aperto e generoso per meritare la immediata simpatia e l'affetto di tutti.
           Dopo aver compiuti con lode gli studi nella scuola Industriale di Fermo, ove da vero benefattore lo sostenne con larghezza di mezzi il mio amico Dott. Serafino Cerulli-Irelli, si decise a presentarsi volontario. Ed a Cerulli ed a me, che lo consigliavamo di attendere pochi altri mesi per la chiamata regolare, giacché era di leva, con quel modo gentile e rispettoso che aveva del seducente, ci pregò di non contrariarlo, perchè sentiva vergogna di passeggiare per le vie, quando tanti giovani come lui si trovavano sul fronte per la difesa della Patria. Partì e fu arruolato in Artiglieria.
           Per quasi due anni è stato sul Carso, ed attualmente faceva parte del Distaccamento Osservatori del ... corpo d'Armata. Mai un lamento, un accenno ai sacrifizii che pur doveva sopportare. Le sue frequenti cartoline infondevano coraggio, ed avevano finito quasi col farmelo credere invulnerabile. E poi, il cuore mi diceva che la fortuna, che lo aveva protetto fin dalla morte del padre, non lo avrebbe mai abbandonato! Invece il cuore sbagliava, e in un momento, quel caro giovane è stato anch'egli travolto dalla bufera... Che il Destino protegga almeno il fratello minore, Aldo, che da pochi giorni trovasi pure sui fronte!
           Tu che fosti affettuoso amico della famiglia Ferrari, che prima di me conoscesti Walter bambino, vorrai darne sul tuo giornale il triste annunzio a tutti quanti lo conobbero e lo amarono.
           VITTORINO SCARSELLI
           
           Facciamo nostro il voto dell'amico Scarselli: Che Dio protegga, il fratello minore di Walter, Aldo!
           Condoglianze ai fratelli, alla sorellina, agli zii, ai parenti tutti; condoglianze a Vittorino Scarselli che è come impietrito dal dolore più acerbo, e condoglianze a Serafino Cerulli-Irelli che amava, come se gli fosse figliolo, il suo protetto!
           
           EMILIO PALLADINI
           Lo avevamo conosciuto tenero fanciullo, poi lo rivedemmo quando venne a presentarsi soldato. Finché restò in Teramo spesso ci visitava, e noi avemmo l'opportunità di studiarne il carattere. Pochi giovani si rassomigliano a Emilio Palladini.
           Giovine serio, conoscitore di uomini e di temperamenti, carattere diritto ed uguale, saggio nei giudizii, egli si guadagnò la nostra viva simpatia, e lo amammo come un fratello nostro, e quando partì da Teramo gli facemmo i più caldi augurii.
           Avemmo da lui, a distanza di tempo qualche cartolina, e poi più nulla.
           Un giorno, un triste giorno della fine di maggio, per telefono, da Loreto, il patrigno Menotti Graziani con la voce strozzata dal pianto ci disse che il caro Emilio era tra i dispersi, e ci raccomandava di assumere informazioni dall'Ufficio - Notizie.
           Noi avemmo un dolore profondo, e intravedemmo subito quale tremenda sventura si contenesse in quella parola: Disperso.
           Il giorno 8 corrente i poveri genitori seppero la cruda verità: il loro Emilio, era morto alla testa della compagnia di cui era comandante stimato pel coraggio e pel sangue freddo!
           Povero Emilio!
           Per la conoscenza che avevamo di lui, possiamo affermare che Loreto Aprutino ha fatto una gravissima perdita, chè certamente a lui, così saggio e così equilibrato, era serbato l'avvenire!
           Della morte di Emilio Palladini siamo profondamente addolorati per lui, per la famiglia, ma assai più pel paese che alle tante energie perdute in questa guerra ne aggiunge un'altra forte, bella e serena!
           E non abbiamo la forza di dire ai genitori: Coraggio nella vostra incommensurabile sventura!
           
           CHIOLA GIUSEPPE
           Con l'animo profondamente angosciato scriviamo l'annuncio della morte del caro, del tenerissimo amico Chiola Giuseppe di Loreto Aprutino, figlio ottimo, giovane simpatico, speranza della famiglia e del paese!
           Quando partì soldato venne a trovarci e lo avemmo assai caro in quei pochi giorni e gli dicemmo parole di affetto, d'incoraggiamento, d'augurio. Ora, repentina, non attesa ci giunge la nuova terribile: il caro Giuseppe Chiola, tenente del … bersaglieri, il 3 corrente, è morto sul campo di battaglia!
           Il paese dovrà altamente gloriarsi della morte eroica di lui, come di quella di tanti altri cari, ottimi figli scomparsi in questa fornace distruggitrice che chiamasi guerra; onore e vanto scenderanno sul casato Chiola, come ne scesero su altri casati e su tante povere, ignote famiglie, ma alla desolata madre, pazza di terrore, al padre che non ascolta conforti, chi allevierà l'incommensurabile dolore, chi tergerà le lacrime perenni, chi sanerà le ferite che sono polle di sangue vivo?
           Povero Peppino, Peppino nostro, Peppino buono, delizia della mamma tua, orgoglio dei tuoi amici numerosi, sinceri, pieni di affetto per te!
           Noi, piangendo te, piangiamo la schiera di tutti gli altri giovani, buoni e cari scomparsi in questa guerra, e più nell'animo nostro cresce e irrobustisce il rancore verso chi scatenò tanto macello nel mondo.
           Povero Peppino, prendi un nostro bacio e porta baci a quei compaesani tutti che, per la Patria, sull'ara del sacrificio ti precedettero!