I teramani nella Grande Guerra.
Il conflitto raccontato dalle pagine del Corriere Abruzzese
Anno 1917


Gennaro Pensieri

           
           Molte volte il nostro Corriere si è rallegrato con questo forte campione di nostra razza per i suoi atti di valore compiuti al fronte, per le sue promozioni, per le sue onoreficenze; questa volta più alte parole di felicitazione dobbiamo a lui dire, perché ha compiuto, con i suoi soldati, opere di così grande importanza militare, che i superiori comandi sono entusiasti di lui e lo elogiano e lo hanno proposto al grado di maggiore, e gli hanno consegnato, con grande solennità, una nuova medaglia di argento.
           A Gennaro Pensieri giungano i nostri rallegramenti di affettuosi amici, e di comprovinciali orgogliosi di lui!
           Tutti i giornali quotidiani pubblicano, in lunghe corrispondenze, relazione della solennità al quartiere generale per le ricompense ai valorosi della Brigata Piceno, citata, come è noto, dal Cadorna nel Bollettino del 27 agosto per aver preso Korite e Selo impadronendosi della quota che intacca la linea denominata K.
           Il primo ad essere chiamato fu il capitano Pensieri, al quale si deve la riuscitissima azione, come comandante in capo delle forze messe a sua disposizione: oltre al suo battaglione, di prima ondata, una compagnia d'assalto, bombarde, torpedini, tubi di gelatina, artiglieria, genio ed altro.
           Dice la motivazione:
           «Sette volte arrestato da una rabbiosa difesa, con indomita fede e con tenace ostinazione, sotto l'infuriare delle artiglierie e mitragliatrici, fra dense nubi di gas, marciava superbamente in testa al suo battaglione, e ritornava all'assalto, finché, raggiunte le posizioni nemiche, le conquistava, disperdendone i difensori e catturò oltre mille prigionieri.
           Più tardi, stretto d'ogni parte da un gruppo di nemici che tentava di farlo prigioniero, con stoico sangue freddo, in mezzo al gruppo che lo serrava, lasciava esplodere una bomba a mano, i cui effetti riuscivano a disimpegnarlo e a sbandare gli avversari - Quota 247 - Selo 19 agosto 1917.»
           Sulla Tribuna abbiamo letto una superba descrizione del momento solenne della premiazione e abbiamo letto i molti ricordi della giornata in cui Gennaro Pensieri si redimì di gloria immortale!
           Ma una idea esatta di quanto occorse per la conquista di Korite e Selo noi l'abbiamo avuta da una magnifica lettera che al papà suo buono, trepidante da mane a sera per i suoi tre figli, due in guerra ed uno, da molto, prigioniero in Ungheria, ha scritto Gennaro Pensieri.
           Ebbe contro i gas lacrimogeni, e cento mitragliatrici gli sparavano addosso. In un momento l'onda degli uomini tentennò, s'arrestò. Egli si mise alla testa di tutti, come un soldato qualunque e andò all'attacco con la compagnia d'assalto. CENSURA. L'impeto s'arrestò, per riprendere subito con lena maggiore.
           Sette volte fu dato l'assalto, finché la vittoria arrise.
           E' scritto nella lettera: «Chi mi seguivano, non eran più soltanto i miei soldati, ma soldati di tutti i battaglioni, che seguivano chi mostrava più fede nella vittoria!»
           E poi: «Non s'è bevuto per quattro giorni, né s'è mangiato. Particolare caratteristico: si stava digiuni ed assetati da due giorni, ci avevano finalmente raggiunto un pò di rancio, dell'acqua e le pagnotte. Tutti gli occhi eran fissi lì. In quel momento mi arriva l'ordine di correre di nuovo verso il nemico che tentava la riscossa ed i soldati han lasciato marmitte, barili e pagnotte per seguirmi nell'attacco e restare ancora due giorni senza bere e senza mangiare.»
           E poi ancora: «Quanti nemici e quanta roba abbiamo presa: più di mille, più assai col mio battaglione e poi cannoni, macchine, munizioni, armi e viveri; allora s'è mangiata la roba nemica, s'è bevuto il cognac, il rum degli austriaci, delle brave bottiglie di acqua minerale che andavan giù come l'olio. Una festa dopo, una vera festa: l'avanzata senza perdite, l'avanzata piena e sicura per tre chilometri di profondità, sotto il cannone nemico che non sapeva più colpirci, preceduti dal nostro a soli cinquanta passi. Il paese non avrà mai fiori sufficienti per offrirne ai miei soldati, che han preso Selo e Korite.»
           Mentre rinnoviamo felicitazioni ed auguri al soldato valoroso, al capitano eroico, con cuore vibrante di commozione stringiamo la mano al cav. Saverio Pensieri, sindaco di Montefino, che per opera dei suoi figli diletti, prova le soddisfazioni più grandi che cuore di padre possa mai provare.