I teramani nella Grande Guerra.
Il conflitto raccontato dalle pagine del Corriere Abruzzese
Anno 1918


L'entusiasmo nella Provincia per la gloria d'Italia!

           
           Ci scrivono da Bisenti:
           Il Padre Moretti propagandista per incarico delle Opere Federate, è venuto domenica 24 Novembre mese a completare l'opera sua. Egli nei primi dell'Ottobre passato ci recò la parola di conforto esortandoci alla resistenza impostaci dal dovere verso la patria nostra e domenica ha innalzato in mezzo a noi il grido della vittoria, giustamente chiamandola vittoria di Dio, poiché noi abbiamo combattuto e vinto per difendere la giustizia, e siccome la giustizia è Dio, quindi la nostra vittoria è di Dio.
           La chiesa dove ha parlato era gremita di popolo, che avrebbe coronato di applausi scroscianti la di lui parola, se non l'avesse vietato il dovuto rispetto al luogo sacro.
           Egli ha inneggiato al Re soldato fra i soldati, al Generale Diaz, all'Esercito perché la vittoria dell'Italia ha aperto il varco alla vittoria degli alleati; ed ha inneggiato alla sapienza dei nostri governanti, cui dobbiamo obbedire in tutto sino alla fine, sempre concordi.
           Ha in ultimo raccomandato al popolo di essere generoso a favore dei miseri delle terre invase, e perché la sua parola fosse più efficace ha voluto egli stesso prestarsi a raccogliere in chiesa la elemosina, che è stata oltre ogni aspettativa.
           Vadano all'esimio propagandista i nostri più vivi ringraziamenti, ed i sensi di gratitudine di tutta la cittadinanza a questo Reverendissimo Abate don Filippo De Flaviis, dal quale tanto cortesemente Padre Moretti è stato ospitato.
           

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           Ci scrivono da Ornano:
           Anche in questo ridente paesello è stata festeggiata solennemente la vittoria nostra. Un delirio di gioia invase tutti i petti all'annuncio dell'armistizio dato dal nostro benemerito ufficiale postale sig. Quintilio Giocondo, che volle essere il primo a salire sulla torre scampanellando vigorosamente a festa. Alla sera poi, una fiumana di popolo si riversò per le vie acclamando alla Casa Savoia, alla Bandiera e all'Esercito.
           In chiesa il giorno 10 si fu cantato un solenne Te Deum di ringraziamento al Dio degli eserciti, preceduto da un triduo in onore del nostro S. Patrono, S. Giorgio guerriero.
           Il 24, ebbero luogo solenni funzioni per i caduti. In mezzo alla Chiesa si ergeva un artistico catafalco coperto di fiori, armoniosamente disposti, attorniato da ceri, ove spiccavano emblemi di armi, e la bandiera, tutta spiegata, troneggiava con al culmine dell'asta la preziosa argentea Croce. All'ora della funzione la Chiesa era letteralmente stipata. Attorno al tumulo faceva servizio d'onore una rappresentanza dei RR. CC. venuta espressamente da Isola (per cui si deve ringraziare sentitamente quel solerte e gentile Maresciallo, Sig. Filetti) e tutti i nostri soldati in licenza. A capo del piccolo drappello era il Sig. Giocondo, che portava al petto la medaglia guadagnata per un atto ardimentoso durante il suo servizio nell'arma benemerita. Dopo l'ufficio e la messa solenne il nostro Rev.mo Abate D. E. Mirelli pronunciò ascoltatissimo, un discorso magistrale, denso di fede e patriottismo, inscuotendo unanime consenso di entusiasmo. Della bella cerimonia è rimasto in tutti il più caro ed indimenticabile ricordo.