I teramani nella Grande Guerra.
Il conflitto raccontato dalle pagine del Corriere Abruzzese
Anno 1918


I valorosi.

           
           Raffaele D'Orazio
           Più e più volte abbiamo avuto occasione di parlare sul nostro giornale del concittadino Raffaele D'Orazio che, da semplice soldato, prossimamente raggiungerà l'alto grado di Tenente-Colonnello. Per gli atti di valore compiuti in Zona di Guerra è stato decorato di parecchie medaglie di argento. Una nuova medaglia di argento al valore militare gli veniva concessa in data 11 aprile 1918 dal luogotenente Generale di S.M. il Re, con la seguente motivazione sulla quale richiamiamo l'attenzione dei nostri lettori:
           «Comandante di battaglione durante le varie azioni svoltesi nei giorni 13, 15 novembre con mirabile sangue freddo e sotto violenti raffiche di mitragliatrici e di artiglieria di medio e piccolo calibro, alla testa del suo reparto riuscì di fulgido esempio ai dipendenti che poterono dopo varii assalti aver ragione del nemico. In seguito, di propria iniziativa, organizzava la conquista di località fortemente occupata dal nemico e riusciva a scacciarlo infliggendogli gravi perdite.»
           (Ansa di Zenson di Piave - 13 15 Novembre 1917).
           Al cav. Raffaele D'Orazio che mentre noi scriviamo, sbarca sul litorale libico per continuare a servire il nostro paese, inviamo, coi rallegramenti più caldi, augurii di fortunoso avvenire.
           
           Ermenegildo Claudiani
           Appena diciottenne, Ermenegildo Claudiani, appartenente ad una famiglia di onesti lavoratori della nostra città, era stato chiamato in servizio militare per la difesa della Patria anelante al riscatto dei figli, che gemevano sotto la durezza del giogo austriaco.
           Il giovanetto accorse alla chiamata della Gran Madre con lo slancio che anima i cuori giovanili. Lasciò gli studi classici, ai quali attendeva nel nostro R. Ginnasio, dove le idealità patriottiche incuorate da valorosi insegnanti, erano sempre state ispirate dalla memoria del grande patriota e filosofo Ariodante Mambelli, al cui nome è intitolato il nostro istituto classico.
           Ermenegildo Claudiani fu soldato pieno di entusiasmo e di coraggio; di fronte al nemico restò sempre fermo ed impavido accanto alla sua mitragliatrice, meritando l'ammirazione dei suoi superiori.
           Dopo quasi un anno egli, da volontario, andò al corso allievi ufficiali e nella scuola si distinse per ottima attitudine e costante solerzia nello studio e nelle esercitazioni militari.
           Quasi nella vigilia dell'ultima azione vittoriosa delle nostre armi, per cui l'Italia nostra si è imposta all'ammirazione del mondo, fa mandato sul Piave. Il 24 ottobre il giovanetto era sull'Altipiano di Asiago, dove prese parte ad azioni di una violenza superumana. Era sul punto di mettere piede sulla trincea nemica, quando una scheggia di granata lo colpì asportandogli la gamba destra. Non ostante il dolore atroce e la perdita copiosa di sangue, ebbe la forza d'animo di trascinarsi carponi fino alla trincea nemica e d'incitare alla resistenza i pochi soldati rimasti intorno a lui. Ma in breve rimase solo, e fu fatto prigioniero dagli Austriaci che Io trasportarono nell'Ospedale d'Insbruck.
           Per ben quaranta giorni i genitori attesero nell'ansia e nello spasimo notizie del figliuolo, del quale invano fecero ricerche presso i Comitati d'informazioni. Ora il bravo ufficiale è ricoverato nell'Ospedale di Verona, da dove ha mandato bellissime lettere a Professori ed amici, i quali tutti mentre ne ammirano l'eroismo, inviano a lui i migliori voti di sollecita guarigione.
           Di lui possono essere orgogliosi i genitori che gli diedero la vita, la città che si onora del suo nome, la scuola che lo ha educato.
           Atri 22-12-1918
           V. MELCHIORRE