Il Terremoto nella Marsica del 1915


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     I sismometri sono rappresentati da speciali pendoli, che sono disposti o orizzontalmente o verticalmente; questi ultimi hanno una lunghezza che raggiunge 15-20 m. e sopportano un peso di parecchie centinaia di Kg.
     La registrazione automatica dà luogo ai sismogrammi; che per i terremoti di origine lontana comprendono essenzialmente tre fasi;
     1a. fase iniziale o fremito iniziale, che si manifesta con oscillazioni brevi e rapide, le quali (per un punto situato agli antipodi del luogo ove si fa la registrazione) cominciano circa 20 minuti dopo avvenuta la scossa. Tali oscillazioni si ritiene che siano trasmesse attraverso la crosta terrestre in senso verticale.
     2a. fase principale, che incomincia circa 13 minuti dopo la prima e si risolve in vibrazioni lente ed ampie.
     3a. fase terminale, che si protrae anche per alcune ore ed è rappresentata da vibrazioni grandi e lente, che vanno man mano diminuendo di intensità.
     Le vibrazioni delle due ultime fasi sono trasmesse alla superficie del suolo con una velocità di circa 20 Km. all'ora.

     Gli effetti meccanici dei terremoti sono quelli purtroppo ben noti all'uomo per dolorosa esperienza!
     Anzitutto rovina di edifizi, sulla quale hanno grande influenza la posizione delle case l'una rispetto all'altra e rispetto alla direzione della scossa; la loro altezza, la natura delle fondazioni, il loro modo di costruzione e la natura di materiali impiegati.
     Per questo al giorno d'oggi abbiamo una vera edilizia sismologica, che è nata si può dire al Giappone, il paese per eccellenza dei terremoti, ma a cui l'Italia non ha potuto, per dura necessità, mancare di apportare un valido contributo. Sono ora preconizzate lo case baraccate, costruite essenzialmente in legname o materiali leggeri ben legati, con poca elevazione sopra il suolo e fondazioni non profonde.