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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
Castellamare Adriatico (23-10-1878). Ci scrivono da Castellamare adriatico in data 16. Stamane alle 10 un mesto convoglio funebre seguito da numeroso accompagnamento di amici recava all'ultima dimora la salma di Luigi Ciccarelli, che nel mezzo del cammino della vita era rapito all'affetto della famiglia e degli amici inconsolabili. La sua vita fu combattuta dalle contrarietà di un destino avverso. Giovane di una intelligenza non comune egli superando a Napoli con ammirazione di tutti due difficili concorsi, ottenne l'impiego di Controllore di dazii diretti. La rivoluzione del 1860 però, per una di quelle misure tante volte inevitabili, dalle quali, purché il reo non si salvi, il giusto e l'innocente sono pregiudicati, fu troncata la sua carriera, nella quale le rare qualità di che era adorno lasciavano preconizzare si sarebbe molto distinto. Affranto da questa e da altre domestiche sventure, piuttostoché vivere negli ozii dalle cui attrattive tanto facilmente la gioventù è sedotta, egli chiese ed ottenne l'impiego nelle strade ferrate meridionali sperando di lungamente dividere in pace il frutto del proprio lavoro con la giovane sposa e col bambino che era l'idolo suo. Però era scritto lassù che neanche di questa pace egli dovesse godere, ed un male che non perdona lo trasse lentamente al sepolcro nel quale egli scese con la rassegnazione del giusto e col pieno conforto di una fede intemerata!... Se tu non leghi, o Luigi, col tuo nome il ricordo di una fama illustre, perché il volere del fato ti fu avverso, tu lasci però, nell'animo de' tuoi parenti, de' tuoi amici, e de' tuoi compagni il ricordo di un cuore eletto, di un'anima incorrotta!... Il compianto di tutti ti accompagna nel supremo passaggio, mentre e parenti ed amici con la bocca di Peppino, del tuo prediletto angioletto, ti mandano l'estremo saluto che parte dal fondo del cuore, e così vivi in pace la tua vita eterna.
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