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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
letterato, insegnante, Cepagatti (30-7-1881). Da Cepagatti abbiamo la triste notizia della morte di uno dei più valorosi letterati dei nostri tempi, Rafaele d'Ortensio. Affranti oggi dal dolore, parleremo più a lungo di lui in altro numero. (3-8-1881) - Il 25 dello scorso mese, dopo breve quanto indomabile morbo, moriva nella sua Cepagatti il cav. Rafaele D'Ortensio. E' un altro della vecchia guardia che ci dà l'ultimo addio. Le lettere e la patria han fatto una perdita irreparabile. Era uno dei più vecchi e laboriosi insegnanti del nostro Abruzzo. Nato nel 1807, si dié tosto allo studio delle lettere, ed amando la patria nel suo idioma, collaborò anch'esso nella grande opera del risorgimento nazionale. Di lui pertanto furono estimatori od amici tutt'i letterati liberali dell'epoca sua, da Giuseppe di Cesare al marchese Dragonetti, dal Troya al Puoti, da Giambattista Nicolini a Pietro Giordani, del quale ultimo era, come stilista, imitatore forse più del dovere. Nel 1848 insegnò lettere nel Seminario di Penne allora fiorentissimo, e, allontanato di là dalla reazione imperversante, fu poi nel 1861 chiamato dal Governo nazionale ad insegnar lettere italiane nel Liceo di Teramo, dove restò sino al 1868, amato dalla scolaresca e dai numerosi amici. Due mesi fa passando per Cepagatti lo rividi; ma ahi! quantum mutatus ab illo! Mi disse parole d'affetto, che mi ricordavano i tempi della prima giovinezza, quando sovente lo udiva cattedratico distinto e forbitissimo. La notizia della sua morte sarà sentita con rammarico dagli Abruzzi. La sua Cepagatti giustamente si dié in preda a profondo dolore. Splendidissime furono le onoranze funebri a lui rese, nelle quali l'avv. Michele Centurione di Chieti lesse una forbita quanto commovente orazione. Addolorati per
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