[Elenco dei Nomi]

(...segue) Lipari Angelo
prefetto, Teramo (2-8-1882).

[Inizio Voce]


fu avventurosa durante il lungo esilio; istitutore, maestro di scuola, redattore di giornali rivoluzionari, a Torino, a Cuneo, e da ultimo a Parigi dove trovavasi nel memorabile 1859, trasse vita modesta sì, ma onorata. Il 1. marzo 1860 il governatore delle province dell'Emilia lo nominava segretario nell'intendenza di Comacchio; nel 65 il Governo italiano lo nominava ispettore di Questura, e l'anno appresso sottoprefetto di Isernia, dove si distinse assaissimo nella repressione del brigantaggio. Ebbe uffici delicatissimi specialmente dal compianto Lanza. Nel 1870 il ministro Lanza lo chiamò nel suo gabinetto, dove maturavansi i destini di Roma, e più volte il Lipari ci narrò le ansie patriottiche di quei giorni che precederono il 20 settembre. Quando la breccia di porta Pia aprì Roma all'Italia, il Lipari fu mandato a reggere quella Questura presso la Luogotenenza generale del Re. Questa scelta salvò Roma da molti reati di sangue, perocché i cagnotti della polizia pontificia, tra i quali notavansi molti carnefici suoi e del compianto fratello Gaspare Lipari che fu poi generale della G.N. di Roma, sarebbero periti sotto il ferro delle sètte se il Lipari non li avesse salvati. Nominato nel 1875 prefetto di Belluno, poscia di Lucca, dove ruppe guerra al partito clericale, onde il grande Carrara gliene seppe sempre grado, venne in Teramo nel marzo 1877 a sostituire il Millo. Il giudizio sulla sua vita di uomo politico e funzionario pubblico l'ha dato la città che si è mossa tutta a rendergli solenni onoranze; l'ha dato la provincia intera con le sue numerose rappresentanze mandate da molti comuni ed associazioni, con gl'infiniti telegrammi di condoglianze pervenuti da ogni angolo della provincia. I suoi pochi nemici che in questi ultimi tempi gli rattristavano la fragile esistenza

(segue...)