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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
latinista, Napoli (21-4-1883). Il giornalismo italiano si occupa diffusamente di questo illustre abruzzese, onore della nostra provincia. Il conte Quintino Guanciali era nato in Loreto aprutino il 23 novembre 1814 da distinta famiglia. Studiò nel Seminario di Penne quando questo Seminario era noverato tra i primi d'Abruzzo per coltura, e per numero di allievi. In Penne dunque si dié allo studio di quelle lettere che lo resero celebre, ma che non gli valsero presso la burocrazia ad ottenergli una cattedra all'Università. Il poema che menò molto rumore nel mondo dei dotti, è l'Hanemannus da Samuele Hahnemann inventore dell'omeopatia. Lo tradusse in versi italiani il suo amico e nostro maestro Rafaele d'Ortensio, morto due anni fa anche lui! In Francia ed in Germania il nome del Guanciali fu notissimo a 25 anni, perché a questa età ebbe compiuto il suo poema in otto libri. E' notevole come la prima ispirazione del suo poema gli derivasse dal fatto che cioè essendo stato colpito in adolescenza da grave morbo, fu curato con successo dalla medicina omeopatica! Dopo l'Hanemannus sono infinite le poesie che uscirono dalla sua vena feconda, dal 1840 in poi. Non v'ha argomento ch'egli non abbia trattato nel corso di quasi mezzo secolo, con la lingua di Virgilio, di Ovidio e Lucrezio. Forse cantò troppo e troppe cose, ma appunto in ciò sta il suo valore, avendo fatto vivere nella vita moderna una lingua morta da diciannove secoli. Non v'è stato fatto, nazionale o mondiale, compiutosi in questo secolo, non v'è stata invenzione scientifica che non abbia trovato il suo cantore in Quintino Guanciali. Le nozze, anche di privati, gli ispiravano la vena poetica, ed è notevole la sua poesia per Domenico Savini, quando questi sposò la signora Rozzi. Quando i moderni latinisti
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