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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
politico, maggiore, Atri (25-8-1883). Abbiamo da Atri 23 agosto 1883. Alle ore 12 meridiane del giorno 21 di questo mese moriva in Atri Massimino Arlini, nel settantaquattresimo anno della sua età, vinto da morbo inesorabile. Sortì da natura ingegno vivace, animo retto, carattere saldo, energia più unica che rara. Le vicende non sempre liete della sua vita lo educarono alla virtù del sagrificio ed alla religione del dovere. Queste doti preziose, spiegate nel non breve corso del viver suo, gli valsero l'affetto e la stima dei moltissimi, e il gran desiderio che ora lascia di sé. Atri sua città natale gli va debitrice di segnalati benefici. Governò più volte il Comune con amore e con saviezza: riordinò, migliorandolo, il patrimonio dei poveri, quando rimase affidato alle sue cure: istituì un ospedale civile: diede vita ed incremento meraviglioso al nostro Orfanotrofio: cooperò efficacemente alla ristaurazione del Seminario, di questa istituzione religiosa e civile insieme, di cui la bella fama non è superiore alla benemerenza. Questi pubblici servigi acquistano maggior valore, quando si consideri che furono prestati in tempi, in cui le virtù civiche erano tutt'altro che incoraggiate. Intimamente liberale, senza forse averne l'apparenza, fece quanto gli era possibile, in tempi tiratissimi, per rendere men dura la condizione dei compromessi politici. Più d'uno di questi rammentano con gratitudine di avere ricevuto da lui consigli, aiuto, ed asilo, non senza pericolo della sua persona. Nei primi anni del nostro risorgimento nazionale servì con zelo intelligente la causa della libertà restaurata e della tranquillità cittadina, qual capitano della Guardia nazionale. Più tardi il Governo ne lo rimunerò, conferendogli il grado di maggiore. Nei consigli della Provincia,
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