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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
La Spezia (23-8-1884). Notaresco, 21 Agosto 1884. Nessuno più s'illudeva, i giorni di Alberto Devincenzi eran contati; e la catastrofe non era che una quistione di tempo; ma noi non credevamo che dovesse così presto arrivare. Questo delicato fiore, cui verme devastatore aveva corroso nelle radici è morto il giorno 15 corrente mese in Spezia, dove erasi recato colla speranza di trovar guarigione in quelle tepide aure. E ben vero che "Al gener nostro il fato / Non donò che il morire...". Ma morire a ventun'anno, quando tutto dovrebbe sorridere d'intorno, oh allora dev'essere ben doloroso il morire! Alberto Devincenzi "Biondo era e bello, e di gentile aspetto”. Aveva ricchezza, ingegno, istruzione, educazione, larghe relazioni di alta amicizia, tutto insomma aveva che potesse fargli gustare la vita. Ma la natura che gli era stata larga di tanti beni, lo aveva fatto troppo delicato. La sua morte ci ha profondamente addolorati: ma chi può comprendere il dolore che soffre lo zio Giuseppe Devincenzi? Povero Senatore! Noi non ardiamo dirti una parola di conforto; ci sembrerebbe ironia e opera vana se lo facessimo. Tu che ti sei visto in breve d'ora disvelti, appena sbocciati, i fiori che avevi coltivato con tanto amore, che di amore incomprensibile amavi, tu hai diritto ad ogni sorta di sfogo ed a maledire la natura che ti è stata così ingrata! (G.R.)
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