|
L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
avvocato, deputato, L'Aquila (8-7-1885). Da Aquila e da Chieti ci si annunciano due morti che saranno apprese con vivo rimpianto dalla regione abruzzese. Lunghe e penose malattie hanno portato alla tomba in questi giorni Angelo Camerini, l'avvocato chiarissimo del Foro aquilano, più volte ospite nostro gradito; e Giovanni Porta di Chieti, il prode capitano garibaldino; l'uno ex deputato al Parlamento, l'altro avanzo di più battaglie e vice-presidente della società dei superstiti abruzzesi dalle patrie battaglie. Mandiamo alle città consorelle le nostre più vive condoglianze, per la perdita di questi illustri figli, e facciamo l'augurio più vivo e sincero che tanta virtù non resti senza esempio ed indimenticata. (11-7-1885). Aquila, 8 luglio 1885 - La sera del giorno 5 moriva qui il Cav. Angelo Camerini. Non ostante la prevenzione già diffusa dal peggiorare di una malattia inguaribile, la notizia corse funesta per la città come un disastro. Moriva il più popolare degli avvocati abruzzesi, il giurista del foro aquilano, un uomo che fu addirittura fabbro della propria fortuna. Le imprese forensi più ardite erano commesse a lui, che con una pazienza instancabile favoriva tutti gli amici, risolveva tutte le quistioni, sollevava tutte le sventure; egli aveva qualche cosa di Lord Brougham, trovava tempo per tutto. E in un'ora, culminante della sua vita, portò il senno del giureprudente nella camera legislativa. Morì sulla breccia, come ieri diceva con accenti vibrati e commossi il nostro comm. Ginaldi, che lo commemorò in questa Corte di Assise, rispondendo alla simpatica parola dell'avvocato Giovanni Petrini, figliuolo non degenere di quell'atleta, che misurava le sue forze con ogni gigante del foro; morì sulla breccia, poiché egli trattò i suoi affari sino
|