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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
patriota, perito agronomo, Teramo (21-4-1886). Girolamo de Angelis - civico - moriva, dopo lunga malattia, lunedì a sera, e non vi fu alcuno che non lo rimpianse, non vi fu alcuno che non esclamasse: Povero Girolamo! Girolamo de Angelis fu, nelle sue modeste sembianze, una personalità che non sarà dimenticata tanto facilmente dai più. Spirito bizzarro, colto, vivace, simpatizzava di primo acchito con tutti, ed il suo nome perciò era popolare quant'altri mai. Gli amici se lo litigavano, quando volevano stare allegri. Ebbe anch'egli le sue sventure; un bel giorno vide dileguarsi tutto il suo patrimonio. Fu spensieratezza sua, fu buon cuore, fu troppa buona fede? Non vogliamo penetrare in questi intimi recinti. Solo diciamo che quando si vide rovinato, si gettò a testa china sul lavoro, ed a questo attinse forza e coraggio nella lotta che tutti noi dobbiamo combattere per l'esistenza. Lavorò a corpo perduto, lavorò da mane a sera, lavorò sotto il sole cocente e le intemperie della stagione; lavorò per la figliuola ch'egli amava d'un amore che non si misura; lavorò sino a che il male non lo avvinse tra le sue spire malefiche. Il lavoro però non gli fu sempre proficuo, né gli seppe restituire la posizione perduta. Fu per lui senza pietà! Ingegno versatissimo, si provò come nelle scienze esatte (era perito agronomo), così nella poesia, nella musica, nel disegno, e vi riuscì quasi sempre. D'istinti liberali, il 1860 lo trovò fra i più fervidi ed operosi giovani e nell'atto ufficiale del plebiscito teramano del 21 ottobre troviamo tra le firme di Irelli, Andrea Costantini, Trosini ed altri patrioti, anche la sua. Fu capitano della G.N., membro attivissimo dei Comitati per la partenza dei garibaldini. Di tutte le cariche cittadine che per molto tempo occupò
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