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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
patriota, medico, Notaresco (14-7-1886). Le famiglie degli antichi liberali, che nel 1848 prepararono il 1860, s'assottigliano di giorno in giorno. Alcune sono già scomparse intieramente, in altre manca ogni testimone di quel tempo di dolore, di speranze e di gioie che nelle intime riunioni rammenti con orgoglio le opere ardimentose ed i sacrifici compiuti. - Però rimane la tradizione, l'esempio. Ieri l'altro uno di questi avanzi del vecchio liberalismo, il dott. Ciro Romualdi dopo lunga e penosa malattia cessava di vivere nella età di anni 82 in Notaresco. Libero pensatore, conservò costante i suoi nobili ideali, e spirò confortato soltanto dalla propria coscienza, e dall'amore dei suoi congiunti ed amici. Fu medico dotto, solerte, benefico; parlatore fecondo e gentile, e del retto scrivere italiano molto curato. Perseguitato ferocemente da quel governo, che a buon diritto fu detto la negazione di Dio, nel 1851 fu costretto ad emigrare in Piemonte, in quella terra ospitale divenuta allora il rifugio del liberalismo italiano. Rimpatriò nel 1860, disdegnando onori e ricchezze, ma ben altri dolori lo aspettavano. Nella memoranda giornata di Capua, ei vide cadere, trafitto da una palla borbonica, il suo figlio Alessandro, giovinetto di grandi speranze, biondo, bello e di gentile aspetto. Pubblicò una ortografia italiana ed elenco di voci legittime ed alterate, che meritò l'approvazione dei conoscitori. Lasciò pure molti scritti ed una grammatica inedita; testimonianza eloquente del suo molto valore nelle lettere. Il suo nome, simbolo di onestà e di patriottismo, dovrebbe oggi far arrossire gli odierni sfruttatori della patria, cianciatori mendaci di libertà. Coloro che serbano il culto alle cittadine virtà, si uniranno con noi nel rimpiangere la perdita dell'illustre estinto. (M.)
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