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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
patriota, Africa (9-3-1887). PER UN CADUTO IN AFRICA - Lanciano 7 marzo 1887. Ieri ebbe luogo una funebre commemorazione in Castelfrentano per il soldato Rocco Ferrante, con l'intervento di molto popolo indigeno e forestiero. La chiesa del Rosario era parata a lutto: - nel bel mezzo da una larga base, si levava una svelta piramide su cui erano scritte due sole parole Saati-Dogali, sormontata dalla stella d'Italia, con a fianco la statua della Patria. Molte corone ornavano il catafalco, tra trofei di armi e bandiere. Un'onda di popolo invase la chiesa, ove venne celebrata una messa, cui assistettero le autorità del paese, la Società di mutuo soccorso, quella operaia con le loro bandiere, l'on. Maranca, l'on. Sigismondi, il sindaco di Lanciano rappresentato dall'assessore avv. Tezzi, l'Aiutante maggiore e parecchi sotto ufficiali e soldati del 63. fanteria, e non pochi cittadini di Lanciano. L'on. Maranca rappresentava il Consigliere provinc. cav. Colalè, che sebbene invitato non poté intervenire, perché assente, e l'avv. Tozzi rappresentava anche il sindaco e la Società operaia di Gessopalena, che con gentile pensiero vollero associarsi alla solenne cerimonia. La commozione fu grandissima per tutti nel vedere la famiglia del Ferrante: una vecchia madre, un vecchio padre, ed un fratello sulla quarantina. Erano essi la nota vera di quella solennità, e ricevettero i maggiori attestati di benevolenza. Usciti di chiesa, la piazza era tutta pigiata di gente, con la banda cittadina che intuonava ancora una marcia funebre. Nei balconi, nelle finestre erano molte signore e signorine. Da una finestra del palazzo comunale parlarono applauditissimi i signori Francesco Paolucci presidente della Società operaia, Luciano Angelucci operaio, avv. Tommaso Nobile, Fileno di
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