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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
barone, Montesilvano (24-8-1887). [Inizio Voce]e vinse, cambiando sterili lande in Oasi ridenti e foreste rigogliose. Fu dotato di una coltura letteraria e filosofica non comune, di un cuore nobile e generoso, e mai non permise che altri ricorresse a lui indarno; quindi egli donò saggi consigli allo sviato, appoggio al debole, soccorso al bisognoso. Aitante della persona, forte di corpo, e forte di mente, fin negli ultimi anni di decrepitezza, mostrò fenomenale operosità. Amici, e quanti lo conobbero debbono dichiarare senza alcuna esitanza, che il compianto Barone de Landerset lascia retaggio imperituro di virtù private e pubbliche. Ne son prove non dubbie i segni di stima e le sincere condoglianze che da varie parti alla sua memoria oggi si tributano. Le pubbliche autorità del paese interpreti del lutto Cittadino si associano al suo funebre convoglio. Vale adunque, egregio Bne Rodolfo de Landerset, vale - Tu ti rendesti in vita benemerito! Ciò basta! Onde a buon dritto fai risovvenire quel savio detto: "Io ho vissuto finché ben vissi; Il mio dramma è finito; ora si rappresenta il vostro" - Deh! una volta ancora dall'eterna sede ove già ti godi il premio della tua vita intemerata, rivolgi benigno lo sguardo sui tuoi congiunti, amici e beneficati che, Ahi lasso! piangono amaramente la tua quasi improvvisa dipartita. (Saverio de Amicis) [appr.]
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