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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
magistrato, Napoli (27-6-1888). [Inizio Voce]a questo seggio una nobile e simpatica figura di Magistrato sostenere strenuamente le ragioni dell'accusa con splendida parola! Egli era Virginio Capucci Procuratore del Re presso questo Tribunale. Oggi morte lo ha rapito all'affetto dell'inconsolabile sua famiglia, alla nostra ammirazione, e quando i servigi resi alla società e i suoi meriti gli facevano sperare una brillante carriera, e gl'impromettevano un lieto avvenire. - Non appena giunse a Teramo l'infausta nuova, generale fu la commozione, e la mestizia si dipinse su tutti i volti - Capucci mente eletta, animo gentile e soave, modi cortesi, fermo nell'adempimento de' suoi doveri, e medesimamente prudente, era amato e stimato da quest'illustre cittadinanza e da questo distinto Foro, che sa rendere onore al Funzionario che può con le sue doti appellarsi la personificazione del diritto e la legge parlante. Non è qui il momento, né il luogo di tessere l'elogio del caro estinto: gl'interessi della giustizia c'impongono altri doveri. Il migliore elogio che noi possiamo rendergli, è il nostro dolore. - Lo seguì l'avv. comm. Ginaldi che sedeva qual difensore: Con la mestizia che una grave sciagura suscita nel cuore, anch'io tributerò la parola di stima e di affetto alla memoria del cav. Virginio Capucci. Egli, qual padre di famiglia, fu tenerissimo; qual cittadino probo e cortese; qual magistrto, dotto, imparziale, conciliante, integerrimo. E' morto giovane ancora; ma sino a quasi l'estremo di vita tenne l'ufficio di Regio Procuratore di questo Tribunale, comunque il morbo, che lo ha spento, in lui avesse già posto profonda radice; e come soldato sulla breccia, attese al proprio dovere, che anteponeva alla vita. Il Foro di Teramo ne piange la perdita. Ci è solo conforto il pensiero che se una tomba chiude la sua salma,
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