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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
Napoli (19-6-1889). La schiera dei veri e vecchi gentiluomini fa sempreppił restringendosi! Il numero di quegli uomini che serbano fede alle antiche patriarcali abitudini delle vecchie famiglie abruzzesi, va giornalmente assottigliandosi. Questi uomini sono nelle numerose famiglie anelli carissimi di congiunzione fra le passate generazioni e le presenti, e nella fede della famiglia essi vivono e tengono alto il prestigio del loro ideale, pel nome, per l'unione, ed il reciproco amarsi e stimarsi. La morte inesorabile cancellava dal novero dei vivi, l'uomo che nato in altri tempi in cui l'amor di unificazione di patria ed amor di popolo erano delitti, pure rispettando e persone e cose, dritti e leggi avea nel cuore fede nell'avvenire; e senza urtare suscettibilitą, ma combattendo contro inveterate politiche opinioni, instillava nei nostri giovani cuori inspirazioni di grandezza di Patria, amore entusiastico per la bella e grande nostra Italia. Ancora una volta la non mai stanca falce mortale recideva la esistenza all'uomo, che nato da nobilissima e potente famiglia, larghissima di censo, avea di questi doni casuali del cielo, fatto del primo, la sua immensa umiltą; del secondo l'uso pił proficuo lenendo i dolori della vedova e dell'orfano, aiutando la classe agricola nelle sue espansioni produttive il pił che poteva; riducendo la sua vita ad un continuo agire ed alla frugalitą e modestia la pił spiccata. Il 9 giugno per la famiglia de Petris Fraggianni fu terribile, data funesta ed indimenticabile. L'uomo che finiva in Napoli, dopo grave malattia di 40 giorni, era l'amore, il tutto della sua adorata ed infelice moglie, nata in casa de Petris Fraggianni e portante lo stesso cognome. Il gentiluomo la cui vita spezzavasi nel suolo dove egli era nato, era lo
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