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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
patriota, generale, Francavilla a mare (7-6-1890). [Inizio Voce]ricordo appena, ma che le storia non ha dimenticati. Il Vergili adunque seguì il superstite nucleo militare a Venezia, ed ivi prese parte a quella difesa che il popolo italiano non dovrebbe mai dimenticare; quell'assedio che aveva sua sua bandiera! "Ogni vita convien che qui sia spenta". Egli dunque comandava una parte delle artiglierie. Dopo la resa di Venezia, che fu sublime anche nella capitolazione, il Vergili riparava in Piemonte e visse vita ritiratissima con gli amici. Non usciva per svago che per andare alla biblioteca ed alla sala di scherma. Schermitore distinto, forte ed elegante, egli della sua arte non faceva lo spadaccino. Da questa modesta e ritirata esistenza egli ne usciva nel 1859 per prendere parte alla guerra col grado di colonnello. Nel 1860 alle elezioni generali la terra degli Abruzzi lo inviava deputato al Parlamento italiano, ed io ebbi il piacere di rivedere proprio il mio antico amico a me accanto. Promosso a generale, egli sofferente per sordità prodottagli dal bombardamento di Venezia, chiese ed ottenne il ritiro prendendo domicilio a Torino. Di animo affettuoso, di una integrità ammirevole, voi onorevoli colleghi, non avreste mai sentito da lui i servizi prestati, i sagrifici durati, il patriottismo, che tutti i giorni si ripete al punto di rendere molesto il ricordo. (Benissimo). Colpito da grave malattia andava a morire tra le braccia di suo fratello e degli altri suoi parenti. Di animo sempre robusto egli ricordava nominativamente i suoi amici di esilio con particolare emozione. Ed io che mi onoravo di essere tra questi, qui da Roma, alla Camera dei deputati, credo essere interprete fedele del vostro sentimento inviando a quella nobile fossa un riverente saluto. (Vive approvazioni). Gli onorevoli Marselli, Sprovieri e Maurogonato si associano
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