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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
preside, patriota, Teramo (5-7-1890). Annunciamo col più profondo dolore la morte di un chiarissimo letterato e filosofo, di un patriota egregio, di un valoroso superstite delle patrie battaglie. Il prof. Luigi Tinelli preside del nostro Liceo ginnasiale e rettore del Convitto nazionale, moriva nel pomeriggio di giovedì (3) improvvisamente, sul letto dov'era andato a riposarsi come soleva. Era tornato, martedì sera, dopo un lungo congedo avuto per una sventura domestica. L'unica sua figlia, da lui adorata, è stata inferma, e neppur oggi è interamente sana, non ostante le aure balsamiche di Portici e le cure di celebri medici. Aveva dovuto lasciarla in mano di parenti, per tornare qui a compiere i suoi doveri di ufficio. Un suo carissimo cognato lo ha accompagnato, quasi presago di qualche sventura. Il povero Tinelli, straziato dal dolore perché lontano dalla figlia, non ha resistito: il suo cuore si è spezzato in un istante! Al mattino aveva ricevuto dalla figlia una lettera in cui gli annunciava un lieve miglioramento. Ma, chissà, quella lettera non l'avea rassicurato abbastanza. Povero padre! Nel rantolo della breve agonia, il suo ultimo pensiero avrà rivolto a quella figlia, a cui aveva consacrato tutto sé stesso, e che oggi non sa ancora quale immane sciagura l'abbia colpita. Luigi Tinelli era nato nel 1840 in Alberobello (Puglie). Datosi all'insegnamento, si fe' tosto conoscere per il suo ingegno e per i suoi studi. Italiano di mente e di cuore, prese parte ai moti del '60, fu anticlericale per sentimento e per convinzione, cimentò la vita nelle battaglie contro lo straniero e per la liberazione di Roma. Affezionato a Garibaldi, amicissimo del Cairoli, fece la campagna del '66 nel Tirolo, e l'anno appresso quella dell'Agro romano. In questa seconda campagna,
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