|
L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
preside, patriota, Teramo (5-7-1890). [Inizio Voce]il suo nome si legò ad uno dei fatti più epici della storia del risorgimento - alla spedizione di Villa Glori. Fu uno dei 72 sacrati alla morte, ed uno dei pochissimi superstiti in quel sanguinoso combattimento. Tre di essi, rimasero a custodire il cadavere di Enrico Cairoli, gli altri, tra cui il Tinelli, ripassarono il confine per dare l'infausta nuova a Garibaldi. All'indomani, prese parte all'attacco di Monte Rotondo, che vendicò i martiri dei Monti Parioli. Noi torneremo, mercoledì, sulla vita militare di questo patriota. Per ora notiamo che, lasciato il fucile, tornato all'insegnamento in Lecce, scrisse ed operò sempre, italianamente. Presidente dei reduci di Lecce, preside di quel Liceo, pubblicò saggi critici, discorsi, conferenze applauditissime. Qui venne nell'ottobre 1888, e la scolaresca, il corpo insegnante, i cittadini tutti ebbero a riconoscere ben presto, sotto la rude scorza, un cuore nobilissimo, un carattere integerrimo. Solenni saranno pertanto i funerali, che, per attendere l'arrivo del fratello, si compiono stamane col concorso di tutta la cittadinanza. [appr.] - (9-7-1890). LUIGI TINELLI SOLDATO DI GARIBALDI - UNA PAGINA DI STORIA. Promettemmo di ritornare sulla vita militare di quest'uomo che, come gli antichi, come qualche grande dell'età di mezzo, seppe accompagnare il maneggio della penna con quello delle armi. Il Tinelli è del numero, non certamente grande, degli uomini colti del mezzogiorno, che trassero con Garibaldi all'appello nazionale, lasciando le agiatezze della vita borghese. Questo è già ragion d'onore pel tinelli, perocché tutti sanno che in queste provincie furono le classe operaie che diedero il maggior contingente alle armi garibaldine, mentre nelle Romagne, nel Piemonte, nell'Emilia, e specialmente nella Lombardia, i giovani della
|