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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
preside, patriota, Teramo (5-7-1890). [Inizio Voce]li vendicheremo e presto!" E continuò a dare gli ordini per l'attacco di Monte Rotrondo, che seguì la mattina appresso. Ecco la verità vera del fatto al quale accenna la signora Mario. Era presente l'on. Menotti; ma non era presente la signora Jessie. Garibaldi non disse quelle parole. Nessuno meglio del gran capitano sapeva che non c'è nulla di virile a gittar la vita senza ragione a vantaggio nessuno. Ciò non può sembrare eroico che alla fantasia malata o alla sensibilità muliebre. Di quei settantadue, con gran discernimento dei fratelli Cairoli con l'intesa del General Fabrizi tra i moltissimi volontari che si arruolavano in quei giorni a Terni, la maggior parte erano provati in tutte le patrie battaglie dal 59 in poi, nessuno era nuovo al fuoco e al pericolo. Che la signora Mario avesse detto quelle parole in sul primo dolore della notizia, è scusabile, chi pensi al grande affetto ch'ella avea per i due eroici fratelli, e chi pensi ancora all'impressione tristissima che di quei giorni faceva quell'accozzaglia di gente che era nel campo di Menotti, gran parte della quale dette quel vergognoso esempio di sé che tutti sanno. Ma ch'ella le ripeta dopo molti anni in una storia, anzi, le metta, per maggior autorità, in bocca al Generale, dopo che la spedizione dei Monti Parioli è stata narrata nelle sue più minute particolarità da molti, e soprattutto poi dallo stesso Giovanni Cairoli, è cosa che reca davvero stupore. Con l'impressionabilità nervose, illustre Signora, non si fa la storia!" Questa lettera fece un'ottima impressione nella stampa italiana. Deposto il fucile, concorse alla cattedra di belle lettere nel Liceo V.E. di Napoli. Gli furono competitori ant. Casetti e Giov. Bovio, il primo dei quali vinse il concorso di Napoli, ma tutti gli esaminatori ammirarono la
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