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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
preside, patriota, Teramo (5-7-1890). [Inizio Voce]vasta e soda coltura del Tinelli. Lunghi anni passò nelle Puglie natie, dove, a Lecce, fu anche promosso preside. Più volte gli offrirono la candidatura politica ch'egli non accettò per non distrarsi dai suoi studi prediletti. Pubblicò pertanto un saggio critico su La Ginestra, un discorso su Alessandro Manzoni, il Ricordo di Scuola, le Annotazioni all'Asino d'oro d'Apuleio, e un Discorso su Garibaldi. Molte conferenze inoltre fece in Lecce, ove quella colta popolazione ebbe di lui una stima che non venne mai meno. - I FUNERALI - Solenni e popolari furono i funerali del povero Tinelli sabato mattina. Alle 9 1/2 nella chiesa di S. Matteo parata a lutto, la bara era su di un ricco catafalco. Sul feretro erano deposte la camicia rossa col berretto e le medaglie commemorative, nonché l'insegna cavalleresca. Si vedevano pure belle corone della famiglia, e dell'avv. Rocco suo antico discepolo. Entro e fuori la chiesa erano raggruppati in attesa della formazione del corteo, tutte le autorità e funzionari e le società con bandiere. L'ordine del corteo era il seguente: Arciconfraternita, banda comunale, Scuole elementari, scuola tecnica, istituto tecnico, Ginnasio, Liceo, Convitto nazionale. Ciascuna scuola portava ricche corone e bandiere abbrunate. Dopo il feretro, i cui nappi erano tenuti, a destra, dal preside Bonmassari dell'istituto tecnico, dall'on. Scarselli, e dal Prefetto, e a sinistra dal prof. Cipollone del Liceo, dal tenente colonnello cav. Malvolti, e dal prosindaco Dr. Gaspari, venivano in gruppo tutte le autorità civili e militari, la magistratura, l'ufficialità, il Consiglio di Prefettura, l'intendenza di finanza, la rappresentanza del Foro ecc. Seguivano la sezione "Pro Patria" con corona, la società dei reduci con bandiera abbrunata e corona d'allora, una rappresentanza
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