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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
deputato, patriota, Napoli (6-1-1892). Giuseppe Andrea Angeloni, barone di Montemiglio e Varavalle, nacque a Roccaraso, nei pressi del piano di Cinque miglia, in provincia di Aquila. Di famiglia nobile e ricca, si dedicò agli studi che più si confacevano alla sua posizione sociale: economia politica e scienze agronomiche ebbero in lui un cultore caldo ed appassionato. Come tutti coloro che confidenti guardavano all'avvenire politico delle nostre provincie, l'Angeloni non ebbe amico il Borbone. Nel '48 prese parte attivissima ai moti politici, e quando nel 1860 fu fondata l'unità d'Italia, pochi l'uguagliarono nella fede nei destini della patria, a cui consacrò tutto sé stesso. Un uomo come lui, ricco, colto studioso dei problemi sociali, non poteva lungamente restare fuori dell'assemblea legislativa, e quando nel 1865 la Sinistra atteggiantesi a partito di governo ebbe la sua prima vittoria nel campo elettorale con la bandiera delle riforme, gli elettori di Sulmona lo mandarono a Firenze come loro rappresentante. E gli furono sempre fedeli, anche quando, con lo scrutinio di lista, Sulmona con due collegi limitrofi, costituì il 2. collegio di Aquila. La lotta li divideva su altri nomi, tranne quello rispettato e rispettabile di Angeloni. E bene si apponevano, perché l'Angeloni fece loro del gran bene, in specie quando, sotto il Baccarini, fu segretario generale dei lavori pubblici. Fu allora che terminò la disputa sul valico della ferrovia di Roma, creando in Sulmona il centro ferroviario degli Abruzzi in relazione con Roma e con Napoli. Grande industriale agricolo, cooperò alla trasformazione del Tavoliere delle Puglie, ed allo sviluppo della pastorizia del natio Abruzzo. E quando il Parlamento volle procedere ad una grande inchiesta agraria in
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