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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
letterato, politico, benefattore, Atri (2-4-1892). [Inizio Voce]di sé medesimo. Non solo la città di Atri, ma la Provincia intera e quanti ebbero ad ammirarne i pregi, sono oggi compresi da vivissimo dolore per la perdita del cittadino intemerato, che amò la Patria con animo sincero, rendendole segnalati servigi, pei quali egli non chiese mai compenso a nessuno. Presiedette diversi uffici importanti, ai quali attese con rara diligenza e pubblica utilità. Fu anche, per molti anni, delegato scolastico del mandamento, e rese un gran bene alle scuole, difendendo sempre, a viso aperto, gl'insegnanti, perseguitati dai prepotenti o dai nemici della verità e della luce. Ed ora perché ti allontani da noi, o anima gentile?... Perché tutto questo lutto e rimpianto? Perché un popolo intero ti accompagna all'ultima dimora e non sa separarsi da te, senza darti un addio, senza versare una lacrima ed un fiore sul tuo avello? Egli sebbene appartenesse a nobile e distinta famiglia, non sentì mai di essere qualcosa più degli altri, come pur troppo oggi, disgraziatamente, fanno tanti ricchi e boriosi, i quali nella loro cecità di mente ed inesperienza del mondo, non sanno accostarsi ai nuovi tempi, né ai nuovi bisogni sociali e sprecano il tempo in cose vane o viete. Egli invece conscio dei doveri che ha l'uomo verso il suo simile e della legge fatale dell'evoluzione che - nonostante i mali che oggi si deplorano - dovrà, per il bene comune, cui si tende inquieti, sciogliere presto o tardi i problemi sociali, che si agitano, ben volentieri era in mezzo al suo popolo, che amava, aiutava, e da cui era venerato. Il compianto generale per la morte di Gabriello Cherubini, si deve alla vera dottrina, ch'egli possedeva, alla sua modestia ed ai sentimenti cristiani e schiettamente democratici, che tutta la vita di lui informarono, e la resero rispettata. Il tempo
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