[Elenco dei Nomi]

(...segue) Cherubini Gabriello
letterato, politico, benefattore, Atri (2-4-1892).

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e poco traducibile nella nostra lingua. E tutto questo faceva in cento articoli sparsi sui periodici letterarii del tempo, in libri che come quello sulla Ceramica di Castelli e sui Grue rammentavano agli stranieri e agl'italiani ignoranti delle cose nostre che quelle graziose pitture, quei fini smalti ammirati nei musei di Napoli, di Parigi, di Londra, di Dresda, erano opera di abruzzesi, cui animava civiltà artistica in grado sommo, e non di briganti e carbonai, o che come quello sul magnifico tempio atriano del XIII secolo e le sue pitture, richiamava l'attenzione dei governi su questa opera d'arte insigne, già nata quando un cittadino, forse atriano, il Cardinal Capaccio, gettava la prima pietra di Santa Maria del Fiore in Firenze e torri e templi cristiani s'innalzavano dovunque per opera del risorto popolo italiano dei comuni. L'illustre scrittore così salvava dalle ulteriori ingiurie del tempo e da quelle degli uomini spesso peggiori, quel bel monumento "cui tant'ala di secolo lambe". Ogni scritto del Cherubini è un gioiello di forma letteraria. La lingua purissima, prettamente italiana, così scevra d'ogni lontana parola men che propria, rammenta la scuola memorabile del Marchese Puoti e dà al suo stile la immagine vera di un ruscello placidamente scorrente e la limpidezza di un cristallo di rocca. Ed era questo, frutto di studio profondo del magistero della lingua e quindi difficilmente imitabile. Unico e sommo egli era in questo genere e il suo scrivere dà gran sollievo estetico all'animo del lettore poiché quella ricerca della forma letteraria era nel Cherubini con sano giudizio contemperata senza pedantescamente trascendere agli eccessi sempre riprovevoli. Gli scrittori veramente italiani sono tanto rari oggi che gli allievi del Puoti e della Scuola Toscana vanno

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