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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
avvocato, professore, Napoli (16-11-1892). [Inizio Voce]studii, la critica sana e poderosa, l'originalità sostanziale di forma. Ma il De Tullio - dice l'oratore - era anche scienziato: la scienza fu per lui una ricerca particolare, empirica, attuosa; un desiderio ardente di scoprire il vero ed affermarlo altamente. Dal filosofo derivava il giurista, critico e dialettico nelle scienze speculative, critico e dialettico nelle discipline legali. E così del Diritto intese le ragione e la genesi, come l'esplicazione della Giurisprudenza sottopose all'esame della Logica e della Storia intendendo i principii delle leggi ed il loro sviluppo. Alla cattedra universitaria giunse a forza di volontà indefessa e di studio assiduo e profondo; ed intorno a lui fu un accorrere di giovani, del giovane insegnante estimatori. Nel Foro conquistò la fiducia e la clientela delle più ricche ditte napolitane, combattendo contro i più strenui campioni del foro italiano con varia ma sempre con alta fortuna e con valore rispettato e temuto. L'oratore scende poi ad esaminare il De Tullio nella famiglia: lo vede buono, affettuoso, gentile verso il fratello, verso la madre, che idolatrava, verso i nipotini; ne scolpisce i pregi del cuore, quei pregi che infiammano, che s'impongono, che obbligano ad amare; ne delinea il carattere che l'estinto concepiva e definiva come cosciente volontà del bene - bene ch'egli volle costantemente. Nell'età di 35 anni cadde sulla breccia valoroso ed infelice: il lavoro e le ansie lo avevano ucciso. Così il Pellegrino di Longfellow sale, sale l'erta affannosa. Che vuole, che cerca? Salire e poi salire; su la sua bandiera è scritto: Excelsior, e poggia e poggia. Cade, risorge, ma non cede, non piega, non s'arresta. Il freddo, le fatiche lo logorano, ma non lo prostano. Excelsior, Excelsior. Finalmente in uno sforzo stupendo
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