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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
avvocato, deputato, Teramo (21-12-1892). [Inizio Voce]e commette a me, obbediente e modesto, il pietoso ufficio. Io, o Signori, ho conosciuto poco e tardi l'uomo che c'è sparito d'innanzi. Ma la sua figura bonaria e malinconica che ho vista, la sua condotta semplice e mirabile, di cittadino e di privato, che mi hanno detta, e più ancora questa impensata fine e cruda, che ce lo tiene qui adesso, così muto, sottratto ai nostri sguardi, chiuso al cospetto di questo cielo limpido e di questo sole impassibilmente - ironia delle cose! - splendido e magnifico, mi provano che fu davvero un raro uomo, per bontà d'animo, per onestà di propositi, per dignità di abitudini. Molti e notevoli ufficii in questa città egli tenne, e nella provincia, e nello Stato: sempre con onore e con vigore. - Uomo politico, non mutò bandiera: gregario ma saldo, ebbe poche idee ma luminose: nessuna ambizione o cupidigia di personale vantaggio. Pubblico amministratore, si spuntò in lui fin la maldicenza, che anzi - cosa ai dì nostri difficile! - non l'addentò mai. Privato, crebbe con grande amore una buona famiglia e bella, a cui dié esempio costante di probità e di abnegazione, e trasmette preziosa eredità d'un nome senza macchia. Uomo politico, pubblico amministratore, privato individuo, Crescenzio Scarselli avrebbe potuto materialmente arricchirsi, come porta la comune volgarità; ma l'ebbe a disdegno e non vi badò neppure. Ad altra e ben diversa ricchezza egli ambì, che a pochi, per quanto gli eredi poi facciano, riman superstite, e non teme giusto giudizio, e con infiniti ed ignorati sacrifizii la conquistò, e la tenne, e gli sopravvive. Sola ad essa, per la vita e per la morte, si vitò, con calore di cuore e con splendore d'ideali. E quando, a non più di 56 anni, gli parve e temé che stesse quel calore per intiepidirsi, e sentì come offuscarglisi quegl'ideali,
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