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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
avvocato, Campli (4-1-1893). Filippo Salvatori cedendo al peso de' suoi 82 anni, ma ravvolto nella bandiera della giovinezza dell'animo, cadde la sera del 28 dicembre ultimo in Campli. Io sentii subito il grido immenso di dolore dell'inconsolabile famiglia, grido che si ripercosse nel mio cuore e di quanti conobbero ed amarono l'estinto. Carattere allegro, mente larga, chiara ed acuta, seppe crearsi una modesta posizione con l'esercizio dell'avvocatura, e fu circondato dalla fiducia di eletta e ricca clientela. Spesso in quistioni delicate e gravi sollecitai il suo sapiente consiglio; ed egli, citandomi in purissimo latino le fonti eterne del Diritto Romano, me ne additava la soluzione. Sapeva l'Heinnecii a memoria, e all'occorrenza ne recitava i passi con la fede calda d'un sacerdote. Non fu straniero ai novelli tempi di libertà, e, conservando salda la credenza nel Dio dei padri suoi, fu cittadino apprezzatissimo. Era bello vederlo in mezzo ai suoi nipotini, che gli crescevano intorno come teneri olivi: i suoi occhi allora tramandavano un lampo di gioia ineffabile, e, pur schiudendo la mente ai casti pensieri della tomba, egli si sentiva immortale. Addio, buon vecchio: quei nipotini, che oggi si educano, che portano negli occhi belli il tremulo raggio della tua immagine e dell'anima tua, verranno un giorno a deporre sulla tua fossa il lauro, che sapranno conquistare. E tu leverai un palpito, e le tue ossa umiliate esulteranno. (C. Tanzi)
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