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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
patriota, deputato, Roma (24-6-1893). E' morto serenamente, in Roma, a 70 anni, circondato dai parenti e dagli amici, e l'altro ieri gli vennero resi solenni funerali a spese dello Stato. L'Abruzzo ha perduto il maggiore tra i suoi figli, l'Italia un grande carattere, in questi momenti in cui esso è privilegio di pochi. Patriota insigne, avanzo delle più dure persecuzioni della tirannide, mente alta e comprensiva, cultura vasta e soda, uomo di Stato di raro coraggio, la figura di Silvio Spaventa rimarrà fra le più memorabili nella storia del risorgimento politico italiano (28-6-1893) Francesco Fiorentino a Silvio Spaventa - Meglio che la nostra penna, valga a riprodurre la grande figura dell'estinto abruzzese la lettera con cui l'illustre filosofo calabrese gli dedicava nel 1887 le sue lezioni di filosofia. - A Silvio Spaventa - Consenti ch'io intitoli al tuo nome onorato questo libro scritto per i giovani, non tanto per darti pubblica testimonianza dell'antica stima e amicizia, che a te mi lega, quanto per proporre loro un nobile esempio da imitare. A loro, in tanta penuria di vera grandezza, io posso con tutta coscienza dire: ecco quà un uomo che al poderoso intelletto accoppia una tempra incrollabile di carattere, un uomo che pensa dirittamente, e che parla ed opera con perfetta coscienza: imitatelo. Oggidì che va pigliando piede l'ipocrita massima, dell'altro è il dire altro il fare, non è soverchio l'esempio di chi a questa fiacca scusa non ha dovuto mai ricorrere, non è soverchio il ricordare, che gli antichi furono grandi per questa armoniosa corrispondenza del dire e del fare, che oggidì si va dimenticando del tutto. E tu, mio illustre amico, in trenta anni di vita pubblica, sei rimasto sempre lo stesso: modello veramente insigne di virtù civile,
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