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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
studentessa, Pilottrano (21-10-1893). Una di quelle sciagure che non hanno conforto né espressione, ha colpito nel cuore la nobile famiglia Coppa-Zuccari, strappando al suo santo affetto, uno dei fiori più cari e più belli. Si è spenta la vaga, la virtuosa fanciulla Ida, a 17 anni, a Pilottrano in convitto, ove quest'anno compiva l'ultimo anno di studii. Colpita dal tifo, ribelle ad ogni scienza o cura, dopo una crudele alternativa di timori e speranze, la sua anima pura come giglio, ha esalato l'ultimo respiro fra le braccia della desolata madre e dell'amato fratello accorsi al primo annunzio. Nulla è valso, nulla, o compianta e buona Ida: né le cure, né le lagrime e le preghiere dei tuoi e di quanti giustamente ti stimavano! La tua vita pari ad un fiore, è stata recisa in sul nascere: quando essa non dovrebbe avere che sogni dorati, idealità e care parvenze. Che tomba lagrimata è mai la tua... essa avrà sempre fiori, alimentati da lagrime che non hanno tregua, da rimpianti infiniti, inconsolabili. Che dire alla tua desolata famiglia? Che il suo dolore è diviso dall'intera cittadinanza? che non un ciglio è rimasto asciutto al ferale annunzio? Ah... simili dolori non hanno conforto, non hanno tregua, ché anzi si rafforzano col tempo, al ricordo di dolorose memorie; ma se in alcune ore vi è qualche cosa che possa lenirlo è il pensiero che la cara defunta è lassù ad accrescere la corona degli angeli... e pregherà per i suoi diletti. E così quel caro spirito darà forza a voi o povera Madre e desolati congiunti, perché non vi vinca lo sconforto di credere inutile ogni fatica, ogni premura se così presto ritorna polvere un tesoro così grande di virtù e d'affetti. Città S. Angelo ottobre 1893 (Carmen)
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